L'utilizzo di composti chimici per migliorare le prestazioni sportive ha radici lontane ma in passato queste pratiche sleali erano circoscritte alla sola cerchia degli atleti professionisti e per lo più limitate al giorno prima della gara. Oggi purtroppo il doping è diventato un fenomeno preoccupante che interessa vasti strati della popolazione sportiva a tutti i livelli, estendendosi anche a settori giovanili ed amatoriali.
Lo sport professionistico moderno è diventato un grande affare e la ricerca della vittoria a tutti i costi, esasperata dalle pressioni degli sponsor che condizionano molti tipi di sport, spinge allenatori e atleti a ricorrere ai farmaci per migliorare le prestazioni.
 
Così il farmaco esce dall'ambito strettamente medico ed entra clandestinamente nello sport. La disinformazione, unita alla convinzione, sempre più diffusa, che i farmaci siano assimilabili a un qualsiasi bene di consumo, stanno alla base del dilagare del fenomeno.
I farmaci sono importanti per curare le malattie per le quali sono stati studiati: solo il recupero della salute può giustificare i rischi, più o meno grandi, legati al loro impiego. Al momento, per molti farmaci si conoscono i danni provocati alle dosi utilizzate in medicina, ma non è possibile prevedere quali più pericolose conseguenze possano avere quando vengono somministrati con modalità e dosaggi diversi da quelli terapeutici. In molti casi si tratta di una vera e propria sperimentazione sull'uomo.
La mancanza di una seria documentazione scientifica sui farmaci impiegati illegalmente nello sport ha favorito la diffusione di informazioni false o ambigue che si sono trasformate in una forma di pubblicità indiretta. Molti si sono avvicinati al mondo dei farmaci con superficialità, privi di qualsiasi conoscenza in materia e completamente all'oscuro delle incognite legate agli effetti indesiderati che possono comparire nel tempo. È sconcertante la superficialità con cui molti si improvvisano ''esperti'' sulla base dell'aver letto o dell'aver sentito dire. Fidarsi poi del fatto che non hanno mai fatto male ad amici o a conoscenti è una leggerezza imperdonabile che potrebbe costare molto cara.
I farmaci usati nel doping, per lo più a dosi molto alte, possono causare gravi effetti indesiderati che vengono spesso sottovalutati, a fronte di vantaggi sportivi mai realmente dimostrati. Chi rischia, lo fa perché non sa a cosa va incontro; altre volte, pur essendone al corrente, accetta il rischio perché spera di ricavarne grandi risultati sportivi e consistenti vantaggi economici.
Anche motivazioni sociali e motivazioni individuali più profonde contribuiscono però al diffondersi del fenomeno del doping. Il farmaco può diventare un mezzo per colmare i propri limiti, un espediente che assicura la carica necessaria e dà sicurezza. In questo senso il doping non è altro che un aspetto della più generale mancanza di cultura farmacologica di chi crede che esista la pillola per risolvere qualsiasi problema fisico o psicologico. Anche quella per diventare più forti o correre più veloci.
A mantenere vivo il mito che circonda certi farmaci contribuisce in larga parte l'effetto di suggestione. L'assunzione di una sostanza che pensiamo possa migliorare le nostre prestazioni atletiche ha una grande influenza psicologica, diventa una forza interiore rilevante. Ai fini di una buona prestazione può non essere importante che si tratti di un farmaco vero o di una semplice compressa di zucchero ''mascherata'' da stimolante, basta il convincimento di chi l'assume. Ecco perché c'è chi può sostenere di trarre grandi benefici atletici da farmaci sicuramente privi di utilità in ambito sportivo.