La bocca è una parte molto importante del nostro corpo. È una delle prime cose che notiamo negli altri: il viso deve molto al sorriso e denti cariati, macchiati, rotti o mancanti, conferiscono un aspetto trascurato e fanno sembrare più vecchi. Ma non è solo una questione di estetica. Attraverso la bocca parliamo, comunichiamo con gli altri ma soprattutto ci nutriamo. Una dentatura in buone condizioni è importante per una buona masticazione, a sua volta importante per una buona digestione. I denti non curati possono inoltre essere la porta d'ingresso di infezioni pericolose per l'organismo. Per tutte queste ragioni la cura dei propri denti è un atto non solo di igiene personale ma di salvaguardia della propria salute.

La carie

La prima manifestazione di una scarsa igiene orale è la carie, un processo distruttivo lento e inarrestabile che colpisce i tessuti duri del dente. La lesione è dovuta alla dissoluzione dei sali minerali che compongono lo smalto, il durissimo tessuto che ricopre la corona del dente. Si manifesta al principio come una piccola macchia indolore di colore bruno o bianco gessoso che, se non viene trattata, progredisce fino ad attaccare lo strato più interno del dente (dentina). Compaiono allora i primi sintomi, il dolore, la sensibilità al freddo, al caldo e al dolce. Quando la carie raggiungere la polpa, il dolore diventa molto intenso, talora insopportabile. L'infezione può estendersi ai tessuti circostanti favorendo la formazione di ascessi o granulomi.

La placca

La responsabilità di questo danno va attribuita alla cosiddetta placca batterica, una sostanza gelatinosa, composta da residui alimentari, frammenti di cellule e soprattutto batteri che formano sui denti una patina appiccicosa e trasparente già pochi minuti dopo averli lavati. La placca che si forma aderisce alle microscopiche rugosità del dente e, se i denti non vengono lavati ogni giorno con cura, con l'andar del tempo i batteri si riproducono e la placca cresce accumulandosi soprattutto dove è più difficile arrivare con la pulizia. La si trova infatti soprattutto a livello del colletto del dente, dove si incontrano dente e gengiva, o tra due denti vicini e nei solchi e nelle fessure delle superfici masticanti. Va a depositarsi cioè nelle zone meno soggette alla naturale detersione meccanica esercitata dalla saliva e dal movimento di guance e lingua. I batteri, con la loro azione, provocano la fermentazione dei residui di cibo e li trasformano in sostanze di natura acida fortemente erosive che, a poco a poco, provocano la demineralizzazione del dente. Una volta avviati i processi di distruzione, non c'è nulla che possa riparare i tessuti e riportarli allo stato di salute iniziale.

Il tartaro

La placca è di 2 tipi: la placca recente, presente su denti sottoposti ad accurata igiene e costituita per lo più da batteri facilmente eliminabili e non molto ''pericolosi''; la placca di vecchia data, formata da batteri invasivi, ben attaccati alla superficie del dente e contenente residui di cibo e cellule morte. I sali di calcio presenti nella saliva induriscono questa placca dando luogo alla formazione del tartaro, una struttura solida, di colore variabile dal giallastro al bruno scuro, che non viene più rimossa dal semplice spazzolamento ma può essere asportata solo con l'intervento del dentista (detartrasi). Particolarmente pericolosa è la formazione di tartaro sottogengivale. Questo infatti può provocare lo scollamento delle gengive dal dente e la formazione di tasche in cui si accumulano batteri e piccoli residui di cibo soggetti a veri e propri processi putrefattivi.

Gengiviti e Piorrea

Anche alito maleodorante, gengiviti e piorrea sono conseguenze di una scarsa igiene orale.
L'emanazione di cattivo odore dalla bocca (alitosi) è un disturbo minore dal punto di vista sanitario ma può influire negativamente sui rapporti interpersonali. Risciacquare la bocca con un collutorio maschera il problema ma non lo risolve completamente.
L'infiammazione delle gengive (gengivite) si manifesta con irritazione, gonfiore, dolore e facile sanguinamento (es. quando si addenta il cibo o durante la pulizia dei denti). Le gengiviti si combattono con la regolare rimozione della placca.
Se l'infiammazione progredisce, nei casi più gravi si arriva alla malattia parodontale (o piorrea). In questo caso è la stessa struttura di sostegno del dente, fino all'osso alveolare, a essere in pericolo: mano a mano che la distruzione dei tessuti progredisce, il dente prima comincia a dondolare e infine cade.

La prevenzione

Oltre all'uso corretto degli strumenti per l'igiene orale, ci sono almeno altri tre interventi che ci aiutano a mantenere la bocca in buona salute.
  • L'alimentazione
    Lo zucchero è il principale nemico dei denti in quanto viene trasformato dai batteri della placca in sostanze acide che intaccano lo smalto. Il suo uso va limitato nell'alimentazione dei bambini sin da piccoli perché non acquisiscano una particolare predilezione per i cibi dolci. L'abitudine di cospargere di zucchero o miele i succhietti deve essere caldamente scoraggiata, così come quella di fare addormentare il bambino succhiando il biberon pieno di latte, tisane zuccherate o succhi di frutta. Queste abitudini infatti sono all'origine della cosiddetta ''carie da allattamento''. È importante non solo ridurre la quantità di zucchero, ma anche la frequenza con cui viene assunto e il tempo che rimane a contatto con i denti. Un alimento zuccherino è molto più pericoloso per la salute dei denti se la sua consistenza è tale da aumentarne l'adesività.
    Devono essere considerati molto cariogeni tutti gli alimenti ad alto contenuto di zucchero e ad alta adesività come merendine, torte, biscotti, cioccolato, marmellata; sono moderatamente cariogeni: pane, pasta, riso, frutta, latte; poco o affatto cariogeni: carne, uova, legumi, verdure. Va limitata anche l'assunzione di bevande ''acide'' (es. spremute d'arancia).
    Dal momento che non è pensabile rinunciare sempre al piacere dei dolci, basta eliminare soprattutto quelli tra un pasto e l'altro.

  • La profilassi col fuoro
    Il fluoro rende lo smalto del dente più resistente all'attacco degli acidi che si formano dagli zuccheri. È importante fornire il fluoro durante l'infanzia e l'adolescenza mentre i denti si stanno mineralizzando perché in questo modo la struttura ne risulterà rafforzata. Dopo la crescita dei denti permanenti, il fluoro può continuare ad esercitare la sua azione protettiva anche quando applicato localmente; anzi, secondo gli studi più recenti sembra essere proprio questa la modalità di applicazione più efficace in quanto il fluoro rimineralizza le incipienti lesioni cariose e impedisce l'attacco dei batteri allo smalto, riducendo così il potenziale cariogeno della placca. Per questo alcuni Paesi arricchiscono di fluoro l'acqua potabile.
    Dove questo non avviene, come in Italia, si ricorre ad una integrazione a base di sali di fluoro (es. Zymafluor), a meno che l'acqua che si beve non sia naturalmente ricca di fluoro. La dose di fluoro necessaria la stabilisce il dentista in base all'età del bambino e alla possibilità che il fluoro venga assunto anche da altre fonti. A questo proposito occorrerà verificare il quantitativo di questo elemento sulle etichette delle acque minerali in commercio e rammentare che i bambini, mentre si lavano i denti, ingoiano una certa quantità di dentifricio al fluoro. Queste valutazioni sono necessarie per evitare la fluorosi, la patologia dentale da eccessiva assunzione di fluoro che si manifesta nei casi più lievi con striature e piccole macchie biancastre, mentre nei casi più gravi il dente assume una colorazione lattescente e l'alterata mineralizzazione lo rende poroso e fragile. Secondo il parere recente di alcuni esperti, la supplementazione di fluoro non è giustificata prima dei tre anni d'età. Questo al fine di scongiurare il rischio di fluorosi, che sembrerebbe dovuta soprattutto ad un accumulo di fluoro nello smalto durante la fase pre-eruttiva dei denti.
    Il beneficio di un apporto supplementare di fluoro in gravidanza per la prevenzione della carie nel bambino non è adeguatamente dimostrato.

  • Il dentista
    Le visite dal dentista sono molto importanti e vanno fatte almeno due volte l'anno, a tutte le età. Controlli regolari permettono di scoprire tempestivamente carie, malformazioni e anomalie ortodontiche (denti storti) e di porvi rimedio prima possibile. Se lo ritiene necessario, il dentista può anche sigillare con apposite sostanze i solchi sulla superficie masticante dei primi molari permanenti, dove più facilmente si annida la placca e da dove è più difficile rimuoverla.
La cura dei denti va intensificata quando si è più esposti al rischio di carie: per esempio, durante la gravidanza o in caso di particolari malattie come il diabete.
Anche i farmaci possono avere effetti negativi. Alcuni riducono la produzione di saliva (es. farmaci anti-Parkinson, antidepressivi) che non esercita più la funzione di lavaggio e di rimineralizzazione del dente.
Altri provocano l'ingrossamento delle gengive con dolore, arrossamento e sanguinamento. Questo effetto è noto da tempo per un antiepilettico, la fenitoina (es. Dintoina), e più recentemente per un gruppo di farmaci antipertensivi appartenenti alla famiglia dei calcio-antagonisti (es. Adalat).