Naturalmente parliamo di lacrime artificiali, cioè di quei prodotti che cercano di simulare gli effetti del liquido lacrimale vero, quando per una qualche ragione la sua produzione diventa insufficiente. Come scegliere tra i tanti prodotti in commercio?

Cosa c'è nelle lacrime

La composizione del liquido lacrimale è abbastanza complessa. Oltre alla componente acquosa sono presenti molte altre sostanze: ad esempio proteine, sali minerali, sostanze ad azione protettiva, e una piccola percentuale di grassi che si dispongono nella parte esterna del liquido lacrimale ed impediscono l'evaporazione dell'acqua. Il film lacrimale lubrifica continuamente l'occhio, apporta sostanze nutritive per la cornea, rimuove batteri e corpi estranei.

L'occhio secco

Quando la produzione di liquido lacrimale diventa insufficiente per una qualsiasi causa, compaiono i tipici sintomi dell'"occhio secco": sensibilità alla luce, sensazione di avere sabbia negli occhi, bruciore, prurito, dolore. Nei casi più gravi la visione è offuscata, gli occhi si arrossano, compaiono lesioni corneali e non si tollerano più le lenti a contatto.

Il disturbo è più frequente nelle persone anziane; spesso è legato a fattori ambientali come vento, aria condizionata, esposizione al sole o al fumo: in questi casi basta eliminare la causa e il problema si risolve. La secchezza oculare può comparire anche dopo interventi chirurgici o traumi all'occhio, in corso di malattia da raffreddamento o in seguito all'assunzione di certi farmaci (es. antistaminici). Infine può presentarsi in persone affette da malattie croniche come l'artrite reumatoide ed è un segno caratteristico della cosiddetta "sindrome di Sjogren".

In molti casi, quindi, è necessario ricorrere all'uso cronico di lacrime artificiali.

Le lacrime artificiali

L'offerta del mercato è ampia: i prodotti ad azione lubrificante e umettante sono costituiti soprattutto da sostanze capaci di formare soluzioni viscose che facilitano lo scorrimento della palpebra durante l'ammiccamento (il movimento involontario e rapidissimo di chiusura e riapertura delle palpebre) e in grado di formare un film acquoso distribuito e persistente sulla cornea. I principali componenti sono i derivati della cellulosa (es. Cellufresh, Celluvisc monodose, Dacriosol), il polivinilalcol (es. Lacrilux, Hypotears, ecc...), il povidone (es. Clarover), l'acido ialuronico (es. Dropstar TG, Vismrd, Hy-Drop monodose) e molte altre. Altre sostanze più viscose, come il carbomer (es. Dacriogel, Viscotirs, ecc...) vengono impiegate per lo più nella formulazione di pomate o gel oftalmici, più adatti per la somministrazione serale, prima di coricarsi, in quanto la loro consistenza è tale da alterare per qualche tempo la visione.

Una importante distinzione da fare nella scelta di un prodotto è la sua presentazione sottoforma di collirio multidose o monodose. I colliri multidose, cioè quelli che si possono aprire e chiudere e che contengono alcuni ml di soluzione (in genere 10 ml) e contengono conservanti per preservarne la sterilità. Queste sostanze possono risultare irritanti per l'occhio e possono essere assorbite dai materiali di cui sono fatte le lenti a contatto. Non vanno perciò utilizzati da chi ha problemi di questo tipo. In ogni caso, la soluzione rimasta va eliminata dopo 30 giorni dall'apertura del flacone (o prima se così indica il prodotto utilizzato). Le preparazioni monodose si presentano invece in forma di piccoli contenitori in plastica contenenti poche gocce di soluzione sterile. Una volta aperti e utilizzati, la soluzione rimasta va eliminata perché non contengono conservanti. Sono quindi prodotti più sicuri, ma hanno lo svantaggio di essere generalmente più costosi.

In ogni caso, qualsiasi prodotto si scelga, la composizione delle lacrime artificiali è sempre molto diversa da quella delle lacrime naturali. La varietà dei prodotti in commercio consente tuttavia di stabilire soggettivamente, provando le diverse alternative, qual'è il prodotto più adatto al proprio caso, anche perché non esistono dati che consentano di stabilire la maggiore efficacia di una sostanza rispetto all'altra e che indirizzino la scelta verso un prodotto o l'altro.

La somministrazione di questi preparati andrebbe effettuata ad intervalli regolari e non solo quando si comincia ad avvertire la sensazione di fastidio.

Secchezza oculare e lenti a contatto

Il problema della secchezza oculare si può presentare anche nei portatori di lenti a contatto, soprattutto in caso di uso prolungato. . In questo caso è necessario evitare prodotti contenenti conservanti e instillare le gocce nell'occhio quando non si stanno indossando le lenti, aspettando 15-30 minuti almeno prima di applicarle.A volte, gli stessi prodotti per la pulizia, o le sostanze che si depositano sulla superficie delle lenti morbide, possono provocare la comparsa di arrossamenti e irritazioni. Un'accurata igiene delle lenti rappresenta un fattore indispensabile per ridurre l'incidenza di eventuali complicazioni. Se questo avviene, è opportuno non usare le lenti finché il disturbo non sia scomparso, cercando al contempo di identificarne la causa per evitare che il problema si ripeta. Continuare a portare le lenti, tentando di alleviare i sintomi con un collirio, è scorretto per due motivi: il primo è che i disturbi potrebbero essere provocati proprio dalle lenti. Il secondo è che molti colliri contengono una sostanza, il benzalconio cloruro, che viene assorbita dalle lenti morbide e causa a sua volta irritazione oculare

Quando rivolgersi al medico

  • Quando gli occhi sono rossi e il dolore è intenso
  • Quando l'occhio presenta secrezioni purulente
  • In caso di trauma all'occhio, o quando l'occhio è protruso verso l'esterno o se si nota un abbassamento delle palpebre
  • In caso di occhio secco accompagnato da dolori articolari, gonfiori o rigidità mattutina
  • Quando oltre all'occhio si ha anche la bocca secca
  • Quando i sintomi della secchezza oculare non si risolvono dopo qualche giorno di automedicazione con lacrime artificiali.