L'FDA, l'ente regolatorio statunitense, ha diffuso un comunicato in cui informa di aver richiesto alle ditte farmaceutiche produttrici di specialità contenenti fenilpropanolamina di sospenderne la produzione e la commercializzazione.
La fenilpropanolamina (PPA) è una sostanza contenuta in varie specialità medicinali di automedicazione (OTC) e di prescrizione (per il cui acquisto occorre cioè presentare una ricetta medica) destinate al trattamento sintomatico delle malattie da raffreddamento.
 
 
Negli Stati Uniti, oltre alle preparazioni destinate al trattamento delle malattie da raffreddamento, la fenilpropanolamina è presente anche nella composizione di prodotti dimagranti (da banco) alla dose raccomandata di 75 mg al giorno (Acutrim, Dexatrim).
In Italia, invece, non esistono prodotti dimagranti che contengano la sostanza sotto accusa, ma la ritroviamo nella composizione di diverse specialità medicinali (es. Triaminic, Zerinol, Denoral, Tempo-rinolo, Actidue Giorno-notte, Nasomixin Spray) per il trattamento del raffreddore, anche se con un dosaggio inferiore rispetto alle specialità impiegate come dimagranti negli Stati Uniti.
La decisione dell'FDA si basa sui risultati preliminari di uno studio che ha dimostrato una aumentata incidenza di ictus emorragico nei soggetti che assumevano la fenilpropanolamina. L'aumento di rischio è risultato soprattutto evidente nelle donne che facevano uso del farmaco come dimagrante. Data la prevalenza di soggetti di sesso femminile nello studio, a tutt'oggi non è possibile stabilire se anche gli uomini siano ad aumentato rischio di ictus. Né si può affermare con certezza che l'evento sia correlabile al dosaggio (nello studio alcune donne assumevano dosi di PPA superiori a quelle raccomandate) e che esistessero particolari condizioni predisponenti nelle persone colpite.
Nonostante il rischio di ictus sia molto basso, le decisione dell'FDA tiene conto del fatto che le condizioni di sostanziale benignità dei disturbi per cui il farmaco viene impiegato non giustificano un rischio seppur minimo: i vantaggi sono infatti modesti e in qualche caso dubbi. Insomma, meglio essere prudenti.
In attesa di ulteriori sviluppi, è meglio accertarsi se il farmaco contro il raffreddore che desideriamo assumere contiene o meno fenilpropanolamina; l'ampia gamma di prodotti alternativi in commercio può consentire di fare ricorso a quelli con le medesime indicazioni che non contengano questo principio attivo. A questo proposito sarà molto utile ricorrere al consiglio del farmacista.
 
Bibliografia
  • FDA Talk Paper – 6 novembre 2000: FDA issues public health warning on phenylpropanolamine.