L'echinacea è una pianta appartenente alla famiglia delle composite originaria degli Stati Uniti. Il suo utilizzo a scopo terapeutico risale al 1700, presso le tribù indiane, dove veniva utilizzata per guarire le ferite e i morsi dei serpenti velenosi.
 
Si tratta quindi un rimedio conosciuto da molti anni, ma che ultimamente sta divenendo sempre più popolare.
Si distinguono tre specie di Echinacea (E. Purpurea, E. Augustifolia e E. Pallida) caratterizzate da un caratteristico fiore simile alla margherita, ma di colore viola-rosa.
In fitoterapia, di questa pianta si utilizzano la radici e le parti aeree durante la fioritura, che sono le parti più ricche in principi attivi.
I principali componenti attivi sono:
  • frazione polifenolica (echinacoside, acido clorogenico, acido cicorico)
  • olio essenziale
  • polisaccaridi ad alto peso molecolare
Si ritiene che l'echinacea possieda proprietà antisettiche, antivirali e vasodilatatrici periferiche. Nell'uso tradizionale, viene infatti utilizzata per prevenire e per combattere le malattie da raffreddamento, l'influenza, e tutti gli stati infettivi di origine batterica o virale; queste attività risulterebbero riconducibili alla capacità della pianta di rafforzare il sistema immunitario attraverso l'aumento della fagocitosi (capacità delle cellule di combattere, inglobandoli, i corpi estranei all'organismo) e attraverso un'inibizione indiretta della jaluronidasi (enzima che favorisce la penetrazione dei batteri nella cellula); sembra inoltre che i polisaccaridi presenti nella pianta siano in grado di aumentare la produzione di interferone.
Generalmente viene preferita la tintura madre (30-50 gocce tre volte al dì in poca acqua lontano dai pasti), ma esistono numerosi preparati a base di estratto secco di pari efficacia. Si consiglia di iniziare il trattamento alla comparsa dei primi sintomi, ma le somministrazioni devono essere portate a due o una al giorno non appena si comincia a notare un miglioramento. Solitamente si raccomanda di non ricorrere a questa pianta in modo continuativo: è consigliabile assumerla per una o due settimane al massimo, eventualmente cicli più o meno di 20 giorni; sembra infatti che l'azione tipica dell'echinacea si protragga soltanto per 10 giorni, dopodichè il sistema immunitario si abitua allo stimolo e quindi la cura perde di efficacia.
Nonostante non esistano controindicazioni documentate, l'echinacea non dovrebbe essere assunta da persone con malattie del sistema immunitario (es. lupus, TBC, sclerosi multipla) e dalle persone allergiche ai pollini. Inoltre, dati sperimentali suggeriscono che l'uso concomitante di echinacea e farmaci come l'alprazolam, i calcio antagonisti e gli inibitori delle proteasi potrebbe aumentarne i livelli nel sangue e quindi la possibilità di effetti indesiderati.
La sicurezza dell'echinacea durante la gravidanza non è ancora stata accertata; in attesa di dati che possano escluderne la tossicità, l'uso di questa pianta in questo particolare periodo andrebbe evitato.