L'impiego sempre più diffuso di prodotti erboristici impone di riservare grande attenzione ai rischi potenziali legati all'assunzione di preparati fitoterapici in associazione con i farmaci.
 
Negli ultimi anni, l'iperico (erba di San Giovanni o St. John's wort) ha avuto una diffusione via via sempre più ampia, sotto la spinta di campagne promozionali che hanno messo l'accento sulle sue proprietà antidepressive e sulla virtuale assenza di effetti indesiderati, così frequenti invece con gli antidepressivi tradizionali.
L'iperico è commercializzato come integratore dietetico (es. Mithen, Hypermoral, ecc.), e del tutto recentemente, sottoforma di specialità medicinale (Nervaxon) vendibile dietro presentazione di ricetta medica. L'impiego allargato di questo fitoterapico ha determinato un incremento di segnalazioni riguardo la possibile interazione con alcuni farmaci assunti contemporaneamente.
In base alle conoscenze disponibili sembra infatti che l'iperico possa aumentare l'attività degli enzimi responsabili della trasformazione di alcuni farmaci, con una conseguente riduzione dell'effetto terapeutico dei farmaci stessi. Per contro, sospendendo l'assunzione dell'iperico, si potrebbe verificare l'effetto opposto, cioè un aumento della concentrazione nel sangue del farmaco interagente, che potrebbe raggiungere livelli tossici. Oltre a questo meccanismo, l'iperico è in grado di aumentare il livello di alcuni neurotrasmettitori nel cervello: in caso di assunzione contemporanea di farmaci che agiscono con lo stesso meccanismo d'azione, la concentrazione di queste sostanze può diventare pericolosa (rischio di sindrome serotoninergica).
Attualmente, i farmaci per cui esistono segnalazioni sono:
  • warfarin (Coumadin)
  • acenocumarolo (Sintrom)
  • ciclosporina (Sandimmum)
  • indinavir (Crixivan), nelfinavir (Viracept), ritonavir (Norvir), saquinavir (Fortovase, Invirase)
  • efavirenz (Sustiva), nevirapina (Viramune)
  • contraccettivi orali (es. Mercilon, Milvane, Minulet, Triminulet, Harmonet, ecc.)
  • anticonvulsivanti: carbamazepina (Tegretol), fenobarbitale (Gardenale, Luminale), fenitoina (Dintoina)
  • digossina (Eudigox, Lanoxin)
  • teofillina (es. Aminomal, Diffumal-24, Theo-dur, ecc.)
  • antiemicranici: sumatriptan (Imigran, Sumigrene), zolmitriptan (Zomig), rizatriptan (Maxalt, Rizaliv)
  •  antidepressivi SSRI: citalopram (Elopram, Seropram), fluoxetina (es. Prozac, Fluoxeren), fluvoxamina (es. Dumirox, Fevarin), paroxetina (Sereupin, Seroxat), sertralina (Tatig, Zoloft)
  • nefazodone (Reseril)
  • trazodone (Trittico)
  • tacrolimus (Prograf)
Il Ministero della Salute ha provveduto a imporre alle ditte produttrici di questi farmaci l'introduzione nel foglietto illustrativo dell'avvertenza concernente il rischio di interazioni con l'iperico. Perciò, in caso di assunzione di questi farmaci:
  • se si stanno già assumendo integratori a base di iperico, si dovrebbero sospendere immediatamente per il rischio che possano diminuire l'efficacia delle terapie in corso e contattare il proprio medico per accertarsi che la sospensione non determini un aumento dell'attività terapeutica dei farmaci assunti.
  • se, invece, si ha intenzione di assumere integratori a base di iperico è opportuno informarne il medico per valutare preventivamente un eventuale aggiustamento del dosaggio delle terapie in corso.

In generale è sempre bene tenere al corrente il proprio medico riguardo qualsiasi rimedio fitoterapico e/o integratore dietetico si stia assumendo, in particolar modo se si sta iniziando (o si sta proseguendo) una determinata terapia farmacologica: ciò consentirà di limitare le probabilità di incorrere in effetti indesiderati.