Tra i prodotti naturali a cui i media dedicano spesso ampio spazio vi è il ginkgo biloba uno dei trattamenti erboristici più impiegati e più noti per le vantate proprietà di influire positivamente sulla memoria, sulla capacità di apprendimento, l'attenzione e l'umore.
 
Il ginkgo biloba è un albero a lento accrescimento appartenente alla famiglia delle ginkgoacee, che può raggiungere anche i 40 metri di altezza. Originario dell'estremo oriente, conosce ora una diffusione praticamente ubiquitaria, grazie anche alle sue caratteristiche biologiche: un'elevata resistenza al freddo, alla carenza di acqua, all'attacco di funghi e altri parassiti. In fitoterapia vengono utilizzate le foglie essiccate, dalla caratteristica forma a ventaglio, ricche di sostanze attive come aminoacidi, flavonoidi e derivati terpenici (i principali sono bilobalide, ginkgolidi, ginkgoflavonglucosidi).
Le proprietà farmacologiche di questi componenti che hanno destato maggior interesse sono l'azione a livello cardiovascolare, l'attività sui sistemi di neurotrasmissione e l'attività antiossidante per l'azione antiradicalica. Per quanto riguarda l'azione sul sistema cardiovascolare, in particolare l'estratto di ginkgo sembra in grado di esercitare un'azione vasodilatatrice e di ridurre la viscosità del sangue e l'aggregabilità piastrinica.
Per queste proprietà, il ginkgo biloba oggi viene sempre più frequentemente impiegato in tutte quelle condizioni di riduzione delle capacità cognitive, della memoria e dell'apprendimento, dovute ad una insufficiente irrorazione sanguigna cerebrale tipiche della demenza, e nelle malattie vascolari periferiche (claudicatio intermittens).
Alcuni studi hanno dimostrato che l'estratto standardizzato (al 24% in flavonglucosidi e al 6% in derivati terpenici, denominato Egb 761) di ginkgo biloba assunto alla dose di 120-240 mg al giorno per sei-otto settimane può migliorare, seppur debolmente, alcuni parametri relativi alle funzioni cognitive; va tuttavia precisato che si tratta di studi di piccole dimensioni, non sempre metodologicamente corretti.
Soprattutto, questi studi non hanno dimostrato che i miglioramenti osservati si traducono in una superiore qualità di vita dei pazienti e di chi li assiste, né in un rallentamento della progressione della malattia. L'efficacia del ginkgo biloba è stata inoltre valutata nel trattamento dei disturbi d'altura, ma dagli studi non sono emerse sostanziali differenze rispetto al placebo.
Altri impieghi molto diffusi, come il trattamento dell'asma, il tinnito, gli acufeni, la disfunzione erettile e la sindrome premestruale non sono supportati da dati di letteratura scientifica.
Per quanto riguarda gli effetti indesiderati, è stata segnalata la comparsa occasionale di cefalea, nausea, vomito, bruciore di stomaco e diarrea. Sono riportate inoltre anche se raramente, gravi reazioni allergiche cutanee. Per la capacità del ginkgo di diminuire l'aggregazione piastrinica, il ginkgo biloba potrebbe indurre sanguinamenti improvvisi e/o ricorrenti e la comparsa di emorragie e/o ematomi spontanei, che devono essere segnalati al medico.
Poiché l'assunzione di ginkgo sembra essere associata alla comparsa di convulsioni, cautela deve essere adottata anche nelle persone epilettiche o che potrebbero essere predisposte ad epilessia o che stanno assumendo farmaci noti per la capacità di indurre attacchi epilettici.
Il prodotto è controindicato nelle persone che soffrono di ipertensione, in gravidanza, durante l'allattamento e nei bambini al di sotto dei 12 anni. Il medico dovrebbe sempre essere informato riguardo l'assunzione di integratori a base di ginkgo biloba, in modo particolare da parte delle persone anziane e dalle persone in trattamento con farmaci anticoagulanti, aspirina, antiaggreganti piastrinici e con alcuni diuretici. L'assunzione di ginkgo dovrebbe essere sospesa almeno 36 ore prima di effettuare un intervento chirurgico.