La pillola è un metodo contraccettivo oggi sempre più diffuso, soprattutto fra le giovani donne. In caso di terapie concomitanti la possibilità che eventuali interazioni ne diminuiscano l'efficacia desta a volte qualche preoccupazione.
Fortunatamente, pur essendo molto temute, le interazioni per le quali esistono dati certi sono poche e soprattutto riguardano farmaci destinati al trattamento di patologie specifiche (antiepilettici, antinfettivi, antivirali, ecc.). I segnali di una possibile riduzione di efficacia sono: la comparsa di perdite di sangue intermestruali, irregolarità mestruali e amenorrea.

Quali sono i farmaci?

Antiepilettici: le segnalazioni di fallimento della pillola nelle donne in terapia con farmaci antiepilettici sono numerose. Nelle donne epilettiche una contraccezione efficace riveste particolare importanza dal momento che sia la malattia in sé, sia il trattamento farmacologico possono provocare un aumento del rischio di malformazioni alla nascita. Fra i farmaci responsabili di una diminuzione dell'efficacia contraccettiva, ricordiamo la fenitoina (es. Dintoina), il fenobarbitale (es. Gardenale), il primidone (es. Mysoline), la carbamazepina (es. Tegretol), l'etosuccimide (es. Zarontin), e, anche se con minore probabilità, il felbamato (es. Taloxa), l'oxcarbazepina (es. Tolep) e il topiramato (es. Topamax). Risultano invece sicuri altri farmaci comunemente impiegati come l'acido valproico (es. Depakin), la gabapentina (es. neurontin), la lamotrigina (es. Lamictal), il leviracetam (es. Keppra), la tiagabina (es. Gabitril) e la vigabatrina (es. Sabril).
 
Antinfettivi: l'interazione con rifampicina (es. Rifadin), con diminuzione dell'efficacia contraccettiva, è fra le più note. Segnalazioni sono riportate anche per la rifabutina (es. Mycobutin), un farmaco antitubercolare e la griseofulvina (es. Grisovina Fp), un antifungino. E' ancora piuttosto controverso se anche altri antibiotici (es. penicilline, cefalosporine, tetracicline, chinolonici, ecc.) possano ridurre l'efficacia dei contraccettivi orali. E' vero che gli antibiotici, alterando la crescita della normale flora batterica intestinale, possono ridurre l'assorbimento dei contraccettivi, ma i dati disponibili non avvalorano questa ipotesi e, complessivamente, il numero di gravidanze indesiderate non sembra aumentare. D'altronde in alcune donne si assiste ad una diminuzione della concentrazione di estrogeni circolanti e ciò può costituire una situazione a rischio. I foglietti illustrativi dei contraccettivi orali riportano l'avvertenza di utilizzare un metodo contraccettivo supplementare in caso di concomitante terapia antibiotica; questo è particolarmente condivisibile per i farmaci di cui sia nota la teratogenicità.
 
Antivirali: molti antivirali (es. indinavir, nelfinavir, saquinavir e ritonavir) impiegati nella terapia dell'infezione da HIV (AIDS) possono ridurre l'efficacia contraccettiva della pillola.
 
Iperico: i dati disponibili indicano che l'iperico può diminuire l'efficacia della contraccezione orale. Tuttavia, in considerazione della varietà di formulazioni e dosaggi in commercio, non è prevedibile se e in che misura tale interazione possa manifestarsi; questa associazione è perciò sconsigliabile.
 
Di segno opposto rispetto alle interazioni citate è quella con l'antidepressivo nefazodone e, in misura minore, altri farmaci comunemente impiegati per il trattamento della depressione come la fluoxetina (es. Prozac), la sertralina (es. Zoloft) e la fluvoxamina (es. Fevarin), i quali invece possono aumentare la concentrazione dei contraccettivi orali e determinare di conseguenza una maggiore probabilità di comparsa di effetti indesiderati (nausea, vomito, tensione e dolorabilità mammaria, emicrania e ritenzione idrica).

Quali provvedimenti adottare?

Al momento della prescrizione di una determinata terapia farmacologica è sempre bene informare il proprio medico se si sta assumendo un contraccettivo orale (spesso prescritto dal ginecologo): ciò consentirà di limitare le probabilità di interazioni e di effetti indesiderati.
In caso di ritardo del flusso mestruale è necessario effettuare quanto prima un test di gravidanza al fine di escludere o confermare un eventuale maternità. In caso di positività del test contattare al più presto il proprio medico.

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