Che cos'è?

L'acido folico, o vitamina B9, è una sostanza che serve per la crescita e la moltiplicazione cellulare: è infatti essenziale per la sintesi del DNA, delle proteine e per la formazione di emoglobina. La manifestazione della carenza di questa vitamina è l'anemia megaloblastica, un'alterazione dei globuli rossi del sangue.
L'acido folico non viene prodotto dal nostro organismo ma deve essere assunto con il cibo; un'alimentazione completa ed equilibrata è in genere sufficiente a fornire il fabbisogno quotidiano (0,2 mg) di acido folico. Sono particolarmente ricche di acido folico le verdure a foglia verde (es. insalata, spinaci, broccoli, ecc.), i legumi, il fegato, alcuni tipi di frutta, il lievito, il latte e i cereali. E' consigliabile consumare frutta e verdure fresche in quanto la cottura dei cibi ne distrugge circa il 90%. Il fabbisogno giornaliero aumenta in gravidanza (0,4 mg), quando il feto attinge dalle riserve materne per il suo sviluppo, e in altre particolari condizioni (uso di particolari farmaci, alcolismo, diabete insulino-dipendente, morbo celiaco, leucemia..).

Perchè usarlo in gravidanza?

Diversi studi hanno rivelato una stretta relazione, nella donna incinta, fra bassi livelli di acido folico nel sangue e presenza di difetti del Tubo Neurale (DTN) nel figlio. Con questo termine si identificano delle malformazioni del sistema nervoso centrale dell'embrione in sviluppo (difetti congeniti). Il tubo neurale è infatti la struttura da cui si formano il cranio, il cervello, la colonna vertebrale e il midollo spinale. Perché lo sviluppo sia normale, occorre che questa struttura si chiuda entro 30 giorni dal concepimento; se questo non avviene, parte del cervello o del midollo spinale rimane scoperta e il feto va incontro a gravi malformazioni. Si parla, allora, a seconda dei casi, di anencefalia, cefalocele, spina bifida.
E' stato dimostrato che l'assunzione quotidiana di acido folico durante la gravidanza è in grado di ridurre del 50-70% l'insorgenza di anomalie a carico del sistema nervoso embrionale.

Con che frequenza si manifestano queste malformazioni?

I difetti del tubo neurale hanno un'incidenza che varia da popolazione a popolazione. In Italia si stima che i bambini che nascono ogni anno affetti da spina bifida siano 150-200, mentre in altri paesi come gli stati Uniti, ad esempio, il problema è di gran lunga maggiore. L'assunzione dei quantitativi di acido folico necessari durante il primo periodo della gravidanza con i soli alimenti è abbastanza problematico. La scelta della supplementazione pare perciò la più semplice e sicura. Dal 1998 la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti, ha perciò disposto l'aggiunta di acido folico a cibi come la farina, ingrediente fondamentale di molti alimenti; questo provvedimento, pur possedendo aspetti positivi, presenta dei limiti dovuti alla difficoltà di accertarsi se viene raggiunta la dose giornaliera raccomandata di 0,4 mg. Sembra che in Italia la più bassa incidenza derivi dal fatto che la dieta mediterranea riesce a coprire, almeno in parte, il fabbisogno giornaliero di questo nutriente. Il problema nel suo complesso è di conseguenza meno sentito.

Quando assumerlo?

Il tubo neurale normalmente si chiude tra il 22° e il 29° giorno dal concepimento, per cui è necessario che l'integrazione con acido folico inizi almeno un mese prima del concepimento (anche se questo risulta difficilmente realizzabile in pratica) continuando per i 2 o 3 mesi successivi. Normalmente si consiglia di iniziare l'assunzione nel momento in cui si decide di avere un figlio. La dose raccomandata in gravidanza è di 0,4 mg/die, ma aumenta considerevolmente nelle donne che hanno già avuto una gravidanza complicata da queste malformazioni: la dose di 4 mg al giorno da uno a tre mesi prima del concepimento e fino al terzo mese di gravidanza riduce di circa l'80% la possibilità che l'evento si ripeta. Lo stesso dosaggio giornaliero è consigliato per le donne epilettiche che assumono anticonvulsivanti e per le donne con diabete insulino-dipendente.
L'assunzione per un periodo più prolungato è del tutto inutile.

Come assumerlo? Integratori o farmaci?

Nel nostro paese sono disponibili integratori che contengono la dose raccomandata giornaliera (0,4 mg per capsula - una capsula al giorno): Gravigil, Folene, Folingrav, Serengrav e Folacor, dove l'acido folico è associato o a sali minerali o ad altre vitamine. Altri prodotti, sebbene siano specifici per la gravidanza (Gravigen Plus, PerMamma), possono essere utili come integrazione in quel periodo, ma contenengono quantitativi di acido folico inferiori (da 0,2 a 0,3 mg per unità posologica), e necessitano di più assunzioni giornaliere. Dati i continui cambiamenti nella composizione degli integratori alimentari, si consiglia di verificare sempre l'esatta quantità di acido folico contenuto nel prodotto. Sono disponibili anche delle specialità medicinali (Fertifol, Folidex) che forniscono un quantitativo di acido folico (0,4 mg/unità posologica) che rispecchia quello ritenuto adeguato a prevenire le malformazioni neurologiche nel neonato. Tali specialità sono dispensate a carico del SSN fino a tre mesi dopo il concepimento. Esiste anche una specialità medicinale (Folina) che contiene 5 mg di principio attivo, dosaggio indicato per le donne ad alto rischio. L'assunzione di acido folico in associazioni multivitaminiche non specifiche per la gravidanza è sconsigliabile perché possono contenere anche importanti quantità di vitamina A (un sovradosaggio può aumentare il rischio di difetti congeniti).