Dividere le compresse o aprire le capsule sono soluzioni semplici ma non sempre possibili. Il Ministero della Salute ha recentemente diffuso un documento in cui spiega il perché e indica gli accorgimenti per farlo in sicurezza.

“Con un poco di zucchero la pillola va giù”…. Così cantava Mary Poppins nel famoso film! Purtroppo non è sempre così. Quando le compresse o le capsule prescritte dal medico sono troppo grosse o sussistono difficoltà di deglutizione di altra natura spesso i pazienti si ingegnano a trovare soluzioni che però non sempre sono corrette. Vediamo in quali casi e perché.

In tutti i Paesi i farmaci da assumere per bocca sono quelli più prescritti e l’Italia non fa eccezione. La terapia orale è la più semplice, perché il farmaco può essere assunto in autonomia; è sicura, a condizione di rispettare le indicazioni fornite dal medico e perché la si può sospendere in qualsiasi momento se non è ben tollerata; e infine, aspetto non trascurabile, è la più economica. Tuttavia le dimensioni di alcune compresse e delle capsule possono rappresentare un problema se il paziente ha difficoltà a deglutire. Le soluzioni che in genere vengono adottate sono la divisione o la frantumazione delle compresse e l’apertura delle capsule. Qualche volta il farmaco triturato o la polvere contenuta nella capsula vengono dispersi in bevande o alimenti cremosi che, oltre a facilitarne la deglutizione, ne mascherano il cattivo sapore. Non sempre queste operazioni però sono sicure: potrebbero compromettere il buon esito della terapia ed esporre ad un aumentato rischio di effetti indesiderati.

QUANDO SI, QUANDO NO
Solitamente possono essere spezzate le compresse che presentano una linea mediana di pre-rottura. Ma anche questa semplice operazione deve essere effettuata con una certa attenzione soprattutto nel caso di: - farmaci a basso indice terapeutico (vedi box); - compresse di piccole dimensioni; - necessità di effettuare una divisione multipla (un terzo, un quarto di compressa…). L’accuratezza del frazionamento può essere influenzata anche dalla fragilità della compressa: quanto più è fragile tanto più facilmente si può sbriciolare col rischio di perdere parte del principio attivo e di conseguenza della dose terapeutica e dell’efficacia. Questo è particolarmente preoccupante quando il principio attivo è presente in dosaggi molto bassi (quantità dell’ordine di microgrammi). Nel caso di compresse sprovviste di linea di divisione, a meno che la suddivisione non sia espressamente vietata nella scheda tecnica del farmaco, ci si potrebbe aiutare con un taglia-pillole (accuratamente pulito da residui di altri farmaci per non correre il rischio di contaminazioni o inattivazione). La suddivisione/triturazione invece non deve essere mai praticata per compresse gastroresistenti perché il medicinale è formulato in modo da superare l’ambiente acido dello stomaco e arrivare inalterato nell’intestino dove si dissolverà e verrà assorbito. In generale anche le compresse a lento rilascio o a rilascio modificato non vanno né spezzate né triturate perché hanno una struttura per cui il rilascio del farmaco è programmato in un determinato arco di tempo. Esistono comunque delle eccezioni che andranno verificate di volta in volta. Infine, non vanno spezzate né frantumate neppure le compresse che presentano un rivestimento per ragioni di sicurezza (ad esempio per farmaci che possono provocare irritazioni alle mucose con cui vengono a contatto), né quelle che hanno una formulazione studiata per mascherare un cattivo sapore, mentre occorre fare attenzione, per evitare di incorrere in errori di dosaggio, se le compresse contengono un’associazione di due principi attivi. In ogni caso, qualsiasi manipolazione deve sempre essere effettuata subito prima della somministrazione. Anche per le capsule l’esigenza di procedere alla loro apertura è legata essenzialmente a problemi di deglutizione. Ancora più che la frantumazione delle compresse, l’apertura delle capsule può comportare rischi di alterazione o perdita di principio attivo, con conseguente diminuzione della dose terapeutica e di efficacia. Non deve mai essere effettuata nel caso di capsule gastroresistenti, a rilascio modificato, capsule molli e in ogni altro caso in cui sia specificatamente vietata in scheda tecnica. I pazienti che hanno problemi di deglutizione, prima di procedere con la suddivisione o frantumazione di forme orali solide potrebbero tentare di ricorrere ai cosiddetti “facilitatori di assunzione” come acqua gelificata o omogeneizzati, sempre se compatibili con lo specifico farmaco. La compatibilità col farmaco andrà accertata anche in caso di somministrazione congiunta con cibi o bevande e la preparazione deve avvenire subito prima dell’assunzione. In ogni caso prima di modificare in qualsiasi modo la forma farmaceutica del farmaco prescritto è sempre meglio sentire il parere del medico o chiedere informazioni al proprio farmacista.

Per indice terapeutico s’intende la differenza tra la dose necessaria per avere l’effetto farmacologico e la dose che provoca un effetto tossico. Un basso indice terapeutico indica che la dose terapeutica è molto vicina alla dose tossica.

LA NECESSITÀ DI INDIVIDUALIZZARE IL DOSAGGIO

Se nella maggior parte dei casi l’esigenza di suddividere il farmaco è legata a problemi di deglutizione, a volte capita che si debba ricorrere a questa soluzione perché non è disponibile sul mercato un farmaco che abbia il dosaggio che serve. Esistono infatti condizioni, come nel caso di pazienti fragili che assumono più terapie, oppure grandi anziani, che impongono particolare cautela nell’approccio terapeutico: una dose iniziale più bassa potrebbe servire, ad esempio, ad evitare la comparsa di effetti indesiderati. Oppure ancora ci sono pazienti che tollerano meglio mezza compressa due volte al giorno, anziché una compressa intera in un’unica somministrazione. In altri casi, il frazionamento della compressa consente una maggiore flessibilità posologica, ad esempio quando si deve verificare la risposta all’inizio del trattamento o quando lo si deve sospendere ed è consigliabile farlo gradatamente. Infine, ridurre il dosaggio potrebbe essere un’esigenza legata a particolari condizioni cliniche come in caso di insufficienza renale. In tutti questi casi, se non sono in commercio prodotti al dosaggio richiesto o alternative terapeutiche in forme farmaceutiche adeguate alle esigenze del paziente o che siano più facilmente dosabili (es. gocce, sciroppi, granulati, compresse effervescenti o oro-dispersibili), saranno medici e farmacisti a fornire le informazioni necessarie per suddividere capsule o compresse nella massima sicurezza o a ricorrere all’allestimento in farmacia di una preparazione galenica personalizzata.

 

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