Sempre più spesso nei messaggi promozionali o in articoli di giornale capita di imbattersi nella parola cosmeceutico, soprattutto in relazione ad un cosmetico innovativo ed esclusivo. Ma cosa significa questo termine?
 
La parola cosmeceutico è formata dall'unione di due termini: cosmetico e farmaceutico. Per legge un cosmetico è "un prodotto o una sostanza, diversa da un medicinale, destinato ad essere applicato sulle superfici esterne del corpo umano (epidermide, sistema pilifero e capelli, unghie, labbra, organi genitali esterni), oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo, esclusivo o prevalente, di pulirli, profumarli, modificarne l'aspetto, correggere gli odori corporei, proteggerli o preservarli in buone condizioni. I prodotti cosmetici non hanno finalità terapeutiche né possono vantare attività terapeutiche". Un cosmetico che abbia contemporaneamente anche l'attività "di un farmaco" è perciò in contraddizione con ciò che dice la legge e non può essere commercializzato. Non esistendo una definizione precisa e riconosciuta di cosmeceutico, si è nel tempo diffusa la convinzione che si tratti di un cosmetico "più attivo", qualcosa di meno di un farmaco ma di più di un cosmetico. Di fatto le ditte produttrici di cosmetici utilizzano il termine cosmeceutico soprattutto per indicare che il proprio prodotto cosmetico, pur non potendosi assimilare ad un farmaco, contiene dei principi attivi in grado di passare attraverso l'epidermide e di agire in profondità, oppure che si tratta di un prodotto che rappresenta la massima evoluzione del cosmetico, utilizzabile nel pieno rispetto della pelle e ben tollerato. Quali siano però gli ingredienti e le formulazioni in grado di conferire ad un cosmetico lo status di cosmeceutico non è possibile dirlo. A volte, un prodotto cosmetico viene promosso a cosmeceutico semplicemente per il fatto di contenere delle sostanze che sono presenti anche in prodotti farmaceutici come ad esempio piccole quantità di retinolo (o vitamina A) o di escina (sostanza estratta dall'ippocastano persente in prodotti utilizzati come venotonici) o di caffeina (contenuta nei prodotti ad azione lipolitica).
Nel farmaco quella sostanza sarà somministrata probabilmente in un modo diverso rispetto al cosmetico (es. per bocca) e a dosi tali da poter ottenere un effetto curativo in una ben definita malattia.
 
Orientarsi in questi concetti, perciò, è tutt'altro che semplice. E' auspicabile che un po' di chiarezza possa venire da un regolamento comunitario, che entrerà in vigore nel giugno 2009, anche se solo nel 2013 troverà piena applicazione. Questo regolamento prevede che etichetta e pubblicità di tutti i prodotti cosmetici non contengano frasi, denominazioni, marchi, immagini o altri simboli, figurativi o meno, che attribuiscano ai prodotti stessi caratteristiche o funzioni che non possiedono. Queste direttive sono finalizzate soprattutto ad evitare che possano essere commercializzati come cosmetici prodotti contenenti sostanze con un'azione farmacologica simile a quella dei farmaci (COSMECEUTICI) senza che vengano espletate le procedure di registrazione (da parte del Ministero della Salute), di prescrizione (da parte del medico/farmacista) e distribuzione (in farmacia e/o altri canali autorizzati), previste invece per i farmaci, abbassando quindi il livello di sicurezza per i consumatori.
 
Quando si deve scegliere un prodotto cosmetico, oltre a leggere i messaggi informativi e/o promozionali proposti dalle ditte produttrici, è bene comunque affidarsi a persone esperte e tener presente che:
  • né un cosmetico, né un "cosmeceutico" possono curare una malattia della pelle, degli annessi cutanei (es. capelli, unghie) o delle mucose;
  • molte persone soffrono di semplici inestetismi quali "cellulite","macchie brune" della pelle, ecc... che non possono essere considerati una malattia e possono trovare miglioramento dall'impiego di cosmetici appositamente formulati;
  • non esistono cosmetici o cosmeceutici che "non provocano alcun problema": pur essendo caratterizzati da un elevato grado di sicurezza, esiste sempre la possibilità che una persona sia allergica ad un componente e possa sviluppare reazioni allergiche o irritative, anche se il prodotto è definito "ipoallergenico".