Come la febbre e la tosse, il vomito non rappresenta una malattia a se stante, ma è un sintomo di uno stato di malessere o di malattia di cui si devono cercare e capire le cause. Gli aspetti importanti da considerare sono: l'età del bambino, la durata, la quantità e il tipo di vomito, l'eventuale presenza di febbre alta, diarrea e dolore; il fatto che si tratti del primo episodio o che il bambino abbia già vomitato anche nei giorni precedenti.
 
 
 
Gli aspetti importanti da considerare sono: l'età del bambino, la durata, la quantità e il tipo di vomito, l'eventuale presenza di febbre alta, diarrea e dolore; il fatto che si tratti del primo episodio o che il bambino abbia già vomitato anche nei giorni precedenti. Se il vomito segue, anche a distanza di ore, un trauma cranico dovuto a un colpo violento alla testa, oppure è frequente e interessa un lattante, è necessaria un'attenta valutazione da parte del pediatra. Nei bambini grandicelli a volte il vomito può essere legato a situazioni di ansia e di tensione esistenti in famiglia o a scuola, che andranno verificate.
La situazione più comune, e meno preoccupante, è il vomito occasionale acuto, che si verifica improvvisamente e spesso compare in occasione di una malattia infettiva (ad esempio influenza, otite, faringite, gastroenterite). In questi casi, il vomito si risolve spontaneamente quando l'infezione guarisce. Se il bambino lo gradisce può mangiare, meglio se cibi semi-liquidi e non caldi, in piccole quantità. È altresì importante cercare, senza forzarlo, di farlo bere, anche poco, ma spesso. Se il vomito non crea disagi notevoli nel bambino, non è necessario ricorrere all'uso di farmaci.
Il vomito ricorrente, quello che dura alcune ore per 3-4 giorni per poi scomparire e ricominciare, viene anche definito vomito ciclico o acetonemico o ''acetone'', per l'odore caratteristico dell'alito e dell'urina. La produzione eccessiva di ''corpi chetonici'' (o acetone) avviene quando nell'organismo, in carenza di zuccheri, non viene più garantita un'appropriata ''combustione'' delle scorie acide provenienti dal metabolismo dei grassi: queste scorie vengono eliminate attraverso il respiro (da cui l'odore che si avverte nell'alito del bambino) e attraverso le urine (dove è possibile evidenziarle con appositi stick). Il vomito si associa spesso a mal di testa, mal di pancia e febbre, che talora ne è la causa principale. A volte viene scatenato anche da disordini alimentari o sforzi fisici ma può comparire anche senza una causa evidente.
Solitamente è più frequente bambini più piccoli, tra i 2 e i 4 anni, ma ve vanno soggetti anche bambini più grandi pur se con frequenza inferiore mano a mano che crescono. L'origine di questo disturbo non è completamente nota. Il trattamento più appropriato consiste nel ripristinare le riserve di zuccheri dell'organismo facendo bere al bambino molto spesso, a piccoli sorsi, liquidi che contengano zucchero e sali (es. succhi di frutta, camomilla zuccherata o con miele, bibite dolci degassificate, lasciandole aperte per alcune ore o agitandole energicamente), e facendolo mangiare ad intervalli di tempo ravvicinati. Poiché ''l'acetone'' non è una malattia, non necessita di solito di farmaci. I prodotti spesso utilizzati in questa condizione non hanno alcuna efficacia dimostrata e servono talora solo a dare l'impressione di curare il bambino; a volte possono essere più dannosi che utili.
In alcuni casi di vomito particolarmente insistente potrebbe rendersi necessario, dietro consiglio medico, ricorrere all'impiego di un farmaco (es. domperidone sotto forma di supposte).
Se il vomito si accompagna a diarrea o se è molto frequente può provocare disidratazione e quindi (in questo caso) è consigliabile l'utilizzo delle soluzioni reidratanti acquistabili in farmacia.
 
Nel lattante va distinto dal vomito il rigurgito che consiste nell'emissione dalla bocca di piccole quantità di latte, senza alcuno sforzo. Di solito si manifesta dopo la poppata e può essere sufficiente, per evitarlo o ridurlo, seguire alcuni accorgimenti pratici, quali: controllare che il foro della tettarella non sia troppo grande per evitare una eccessiva assunzione di aria; fare in modo che la poppata non sia troppo rapida;
tenere il bambino in braccio, in posizione verticale, per 20-30 minuti. E' consigliabile inoltre coricare il bambino sul ventre, con la testa girata sul fianco, per impedire che il materiale eventualmente rigurgitato possa invadere le prime vie respiratorie.