"Con l'eccezione dall'acqua potabile, nessun altro strumento, neppure gli antibiotici, ha avuto un maggior effetto sulla riduzione della mortalità e la crescita della popolazione."Plotkin1994

I vaccini oggi disponibili hanno margini di sicurezza e tollerabilità molto elevati. Esistono, tuttavia, alcune situazioni nelle quali occorre tassativamente astenersi dalla vaccinazione (controindicazioni vere, fortunatamente poche), altre nelle quali occorre procedere con prudenza dopo aver valutato attentamente la relazione rischio-beneficio, altre infine in cui basta posticipare un po' la vaccinazione.
 
Una delle condizioni più temute è la presenza di allergie. La vera controindicazione assoluta ad una vaccinazione è aver avuto una precedente reazione allergica grave (gonfiore della laringe con difficoltà a respirare, o addirittura anafilassi) dopo aver ricevuto una dose di quel vaccino. Questa evenienza viene verificata nel corso dell'accurata intervista effettuata dal personale sanitario prima della somministrazione, intervista che consente anche, per ogni persona, di escludere se si sono manifestate condizioni di questo genere dovute ad allergie a qualunque sostanza contenuta nel vaccino. In caso di allergia grave alle proteine dell'uovo, il problema si pone solo per alcuni vaccini (antinfluenzale, febbre gialla) per la possibile presenza di proteine dell'uovo non completamente asportate nel processo di purificazione del vaccino. Ai fini della vaccinazione, non rappresentano invece controindicazioni la febbre da fieno, l'asma allergico o altre forme generiche di allergia, né che vi siano familiari con allergie.
 
Un'altra importante controindicazione riguarda i vaccini preparati con microrganismi vivi attenuati, che non vanno somministrati alle persone che hanno difese immunitarie fortemente ridotte a causa di:
  • alcune malattie congenite che comportano diminuzione o assenza di anticorpi prodotti naturalmente;
  • tumori maligni (in alcune fasi della malattia);
  • terapie particolari, ad esempio una somministrazione prolungata (almeno due settimane) e ad alte dosi di corticosteroidi (chiamati comunemente "'cortisone"'), dosaggi che tuttavia si rendono necessari in condizioni molto particolari.
Non costituisce invece un problema l'assunzione di cortisone a basse dosi per qualsiasi via di somministrazione: per bocca, per aerosol, tramite pomate, con iniezioni intra-articolari o con infiltrazioni.
Per quanto riguarda i vaccini inattivati o costituiti da tossine attenuate (es. vaccini antinfluenzali, contro le meningiti e contro le epatiti A e B), in caso di importante immunodepressione ci si può attendere una diminuzione più o meno grande della risposta alla vaccinazione in relazione all'entità del trattamento immunosoppressore e della malattia sottostante. In questi casi il rischio non è quello di subire un danno da vaccino, ma che la vaccinazione risulti inefficace. Sarà il medico ad individuare il momento più opportuno per effettuarla.
 
La presenza di malattie croniche può rappresentare a volte una controindicazione alla vaccinazione, ma più spesso è esattamente l'opposto, cioè un motivo in più per vaccinarsi contro alcune malattie. Ad esempio le malattie di cuore e renali costituiscono un'indicazione per la vaccinazione antinfluenzale e per quella antipneumococcica. L'assenza della milza o una milza non funzionante richiedono vaccinazioni contro diversi germi responsabili di meningite. Il vaccino contro il morbillo è consigliato nei soggetti con infezione da HIV in fase non avanzata, poiché la malattia sarebbe molto più rischiosa della vaccinazione.
 
Ogni singolo vaccino possiede poi controindicazioni specifiche, anche se veramente molto rare, che vengono identificate caso per caso (es. vaccinazione antipertossica in caso di malattie neurologiche evolutive).
 
Quando si parla di vaccinazioni, tuttavia, il problema principale non è dato dalle controindicazioni, bensi' dalle false controindicazioni. Si tratta di tutte quelle condizioni che solo per errore (a volte per pregiudizio o per ignoranza) vengono ritenute controindicazioni e che possono causare un ritardo pericoloso nelle vaccinazioni, o addirittura la mancata vaccinazione.
 
Chiariamo allora che non costituiscono controindicazione alla vaccinazione:
  • raffreddore, tosse, otite, diarrea lieve e altri disturbi lievi, in un bambino altrimenti in buono stato di salute; in caso di febbre oltre 38°C o in presenza di disturbi generali che il medico consideri importanti, la vaccinazione va semplicemente losticipata;
  • la comparsa di modeste reazioni locali o generali (come ad esempio la febbre) che hanno fatto seguito ad una precedente somministrazione di vaccino;
  • una terapia antibiotica in corso (ad esempio per un'infezione respiratoria o urinaria), tranne alcune rare eccezioni che sarà il medico a valutare;
  • lo stato di gravidanza della madre o di un'altra donna della famiglia.
Si può essere vaccinati anche se si è convalescenti da una malattia, se si è appena stati dimessi dall'ospedale o se si sono avuti contatti con persone con malattie infettive.
 
Le controindicazioni possono essere individuate quasi sempre senza accertamenti particolari. Attraverso una semplice, ma precisa e sistematica intervista alla persona da vaccinare o ai genitori in caso di bimbi piccoli, il personale sanitario è in grado di decidere sull'opportunità di eseguire o meno la vaccinazione. Nei casi in cui ci sia anche un minimo dubbio, il medico approfondirà la valutazione già in ambulatorio, e nei rarissimi casi in cui si ritenga necessario, anche con ulteriori accertamenti di laboratorio o specialistici.