La sudorazione è una normale funzione fisiologica attraverso cui l'organismo regola la sua temperatura in base alle condizioni climatiche esterne. Quando fa caldo anche la temperatura del nostro corpo tende ad alzarsi e la sua superficie si cosparge di sudore. L'evaporazione del sudore abbassa la temperatura corporea mantenendo l'equilibrio termico. Questo sistema è più efficiente se l'umidità ambientale non è troppo alta, se l'ambiente è sufficientemente ventilato e se la superficie del corpo non è coperta dagli abiti. Quando fa caldo, la sudorazione è dunque un fatto fisiologico. In alcuni casi, tuttavia, una sudorazione troppo abbondante può essere il sintomo di una eccessiva attività delle ghiandole che producono il sudore (ghiandole sudoripare): si parla in questi casi di iperidrosi.
Pur non trattandosi di un problema grave, questo disturbo è spesso fonte di grande imbarazzo e di disagio per chi ne è affetto, mentre l'umidità e la macerazione dalla pelle possono favorire l'insorgenza di infezioni microbiche e micotiche.

Cos'è l'iperidrosi

Si definisce iperidrosi una eccessiva sudorazione causata da una iperfunzione delle ghiandole deputate alla produzione di sudore. La bromidrosi è invece un termine con cui si definisce il cattivo odore che assume la pelle a causa di processi di decomposizione del sudore ad opera di enzimi batterici. Entrambe le condizioni hanno cause fisiche ma anche psicologiche: sono infatti spesso legate a fattori emotivi o a condizioni di stress psicofisico.
Si possono distinguere due diversi tipi di ghiandole sudoripare. Le ghiandole eccrine producono il sudore vero e proprio e si trovano in tutto il corpo, ma specialmente nel palmo delle mani e nella pianta dei piedi, sotto le ascelle, nel cuoio capelluto e sulla fronte. Le ghiandole apocrine producono una sostanza vischiosa che, una volta depositatasi sulla pelle, si contamina velocemente di batteri diventando maleodorante. Le ghiandole apocrine sono presenti soprattutto sotto le ascelle, nella zona genitale e sul torace.
Le responsabili dell'iperidrosi sono le ghiandole eccrine, che possono entrare in funzione anche indipendentemente dalla temperatura esterna e lavorare a ritmi più sostenuti, producendo un eccesso di sudorazione.
 
A volte l'iperidrosi può essere un sintomo di un'altra malattia già nota, come ad esempio l'ipertiroidismo, o, più raramente, di un'affezione del SNC o di una condizione come l'obesità o la menopausa (iperidrosi secondaria). L'iperidrosi può essere generalizzata, quando colpisce tutto il corpo, o localizzata, quando si limita solo ad alcune particolari zone (ascelle, mani, piedi). Quando ad essere colpite sono parti del corpo come il palmo delle mani e la pianta del piede l’iperidrosi ha generalmente un'origine psicologica. Si parla in questo caso di iperidrosi primaria.

Quali trattamenti sono disponibili?

Il trattamento dell'iperidrosi generalizzata è spesso problematico: i farmaci che potrebbero avere qualche efficacia nel ridurre la sudorazione sono gli anticolinergici ma nessuno di quelli in commercio ha questa indicazione e sono per lo più gravati di effetti indesiderati non trascurabili.
Nelle forme localizzate meno gravi è di solito sufficiente un'accurata igiene della zona con sapone antibatterico e l'applicazione di deodoranti che contengano sostanze antitraspiranti (in genere a base di cloruro di alluminio), associate a sostanze antibatteriche e ad altri componenti con funzione deodorante e rinfrescante.
Nelle forme di iperidrosi che non migliorano seguendo questi accorgimenti, secondo i dati riportati nella letteratura scientifica, potrebbe dimostrarsi efficace l'applicazione, limitatamente alle zone interessate, di una soluzione alcolica al 20% di cloruro di alluminio; la soluzione deve essere applicata al momento di coricarsi sulla parte interessata ricoprendola con una pellicola di polietilene. Il mattino seguente la pellicola va asportata e la parte va lavata accuratamente. Due applicazioni consecutive di solito proteggono per una settimana. Questa soluzione, tuttavia produce irritazione cutanea nel 50% circa dei pazienti trattati.
La ionoforesi rappresenta un possibile tentativo in quei casi in cui anche l'alluminio cloruro si sia dimostrato inefficace. Questa tecnica, che solitamente viene utilizzata soprattutto nell'iperidrosi del palmo delle mani e dei piedi, consiste nell'applicare una corrente continua a bassa intensità alle zone da trattare, immerse in acqua. Il trattamento consente un?interruzione della sudorazione per 12-24 ore e va ripetuto più volte alla settimana per più settimane fino ad ottenere il risultato desiderato. Tuttavia anche questa soluzione spesso risulta inefficace.

Cosa c'è di nuovo

L'impiego della tossina botulinica, la stessa responsabile della tossinfezione alimentare, è la scoperta più recente nel trattamento delle forme gravi di iperidrosi del palmo della mano e delle ascelle.
Somministrata con una serie di microiniezioni nell'area interessata dal disturbo, la tossina botulinica è in grado di bloccare a lungo il rilascio di una sostanza, l'acetilcolina, responsabile della stimolazione della ghiandola sudoripara. L'effetto farmacologico della tossina si estingue in 3-4 mesi, dopo di che è necessario ripetere il trattamento. L'effetto indesiderato più comune è il dolore in sede di iniezione; si possono inoltre presentare ematomi locali e una transitoria flaccidità muscolare.
Infine, nelle forme più gravi di iperidrosi si può anche intervenire chirurgicamente; l'intervento mira all'interruzione definitiva della trasmissione dei segnali che, attraverso i nervi, giungono alle ghiandole sudoripare, bloccandone il funzionamento.

Bibliografia

  • Mayo Clinic Proc. Treatment of Primary Hyperidrosis. 1986; 61: 951-6
  • Arch Dermatol. Focal Hyperidrosis. 1998; 134: 301-4
  • International J of Pharmaceutical Compounding. Topical Therapy for Localized Hyperhidrosis. 2001; 5, 1
  • Neurology. Botulinum Toxin type A in primary palmar hyperidrosis. 2002; 57: 2095-99

Campo5