Fare la spesa con i guanti monouso è ormai diventata una prassi diffusa che potrebbe aumentare le manifestazioni allergiche al lattice, il materiale più utilizzato per produrli.

Per i suoi innegabili pregi, il lattice di gomma naturale è utilizzato per la fabbricazione di numerosi prodotti di uso quotidiano. Sempre più persone, tuttavia, manifestano reazioni allergiche, problema quanto mai attuale in questi tempi di pandemia in cui diventa necessario indossare i guanti in molte situazioni.

L’allergia al lattice di gomma naturale rappresenta un problema sanitario emergente: negli ultimi 15 anni è stato rilevato un progressivo aumento dei casi di reazioni avverse riconducibili all’esposizione a questo materiale, che è andato di pari passo alla crescente diffusione dei prodotti a base di lattice, non solo in campo medico. Si stima che il problema interessi circa l’1-2% della popolazione, ma il rischio risulta più elevato per chi ha una prolungata e ripetuta esposizione al lattice, sia per motivi “occupazionali”, come gli operatori sanitari, i lavoratori dell’industria della gomma, o gli addetti alle pulizie, che “medici”, come ad esempio i pazienti sottoposti a ripetuti interventi chirurgici. Il lattice naturale si ottiene per incisione dell’albero della gomma (Hevea brasiliensis). Contiene principalmente acqua, particelle di gomma e, in misura minore, proteine idrosolubili, ritenute responsabili dell’induzione di allergie. Tuttavia, il contenuto di queste proteine nei prodotti finiti è fortemente condizionato dal tipo di lavorazione a cui il materiale di partenza è stato sottoposto. Inoltre, durante il processo di lavorazione, al lattice vengono aggiunti vari additivi (ad es. conservanti e antiossidanti) allo scopo di conferire al prodotto finito le caratteristiche desiderate. Queste sostanze, anche se non responsabili di reazioni di sensibilizzazione, sono state chiamate in causa nella comparsa di dermatiti da contatto.

MODALITÀ DI ESPOSIZIONE
Esistono molteplici occasioni per venire a contatto con il lattice. Molti oggetti di uso quotidiano infatti lo contengono: guanti di gomma, nastri adesivi, profilattici, tettarelle, giocattoli, accessori di indumenti, ma anche in campo sanitario è presente ad esempio in cerotti, bende, lacci emostatici e molti altri dispositivi, e naturalmente, nei guanti, tanto che, a volte, si parla genericamente di “allergia ai guanti”. L’allergia insorge solitamente per contatto diretto. In alcuni casi, soprattutto in ambito professionale, può manifestarsi anche per inalazione, in quanto alcuni lubrificanti in polvere aggiunti ai guanti in lattice possono facilitare la dispersione nell’ambiente delle sostanze allergizzanti che vengono così inalate dagli operatori.

COME SI MANIFESTA?
L’allergia vera e propria è dovuta alla produzione, da parte di soggetti predisposti, di anticorpi specifici per le proteine contenute nel lattice, in seguito ad un primo incontro con l’allergene (lattice). In questi soggetti la reazione allergica si manifesta entro pochi minuti. I sintomi possono essere limitati alla zona del contatto (es. eruzioni cutanee alle mani) oppure diffusi (orticaria localizzata o generalizzata) portando, nei casi più gravi, ad angioedema, broncospasmo fino allo shock anafilattico. Le forme allergiche da contatto alle mani non sono da confondere con la semplice dermatite irritativa da contatto, che ha un’insorgenza graduale (nell’arco di più giorni) e si manifesta con arrossamento, screpolature, desquamazione della cute, fino alla comparsa di piaghe e può essere dovuta a diversi fattori, come ad esempio la mancata traspirazione della cute e l’esposizione agli agenti chimici presenti nei guanti. La diagnosi di allergia al lattice comprende una valutazione della storia e dei sintomi del paziente da parte di un allergologo che accerterà la presenza di segni e sintomi tipici dell’allergia, confermata poi dall’esecuzione di test specifici.

COSA FARE
Per ridurre al minimo il rischio di sensibilizzazione occorre limitare quanto più possibile il contatto con il lattice. In caso di allergia accertata ecco alcune semplici precauzioni da seguire:
- evitare il contatto con qualunque tipo di materiale in lattice;
- portare con sé una piastrina che permetta di identificare la propria condizione di soggetto allergico al lattice e avvertire i sanitari prima di essere sottoposti ad interventi o indagini diagnostiche;
- utilizzare prodotti (ad es. guanti o profilattici) in materiali alternativi (vedi box );
- in caso di allergia che si manifesta con reazioni sistemiche gravi, portare con sé una confezione di adrenalina auto-iniettabile.
Alcune persone con allergia al lattice possono manifestare anche delle sensibilizzazioni nei confronti di certi alimenti, specialmente di origine vegetale, che contengono proteine simili a quelle del lattice (es. banana, ananas, patate, pomodori, latte, uova ecc.). Si parla in questi casi di reattività crociata. Nella maggior parte dei casi non sono necessarie restrizioni dietetiche, tranne quando l’ingestione di tali alimenti comporta sintomi allergici conclamati.

Come alternativa al lattice per prodotti ad uso professionale esistono guanti realizzati con polimeri sintetici (es. policloroprene, stirene-butadiene, nitrile) che presentano ottime caratteristiche in termini di elasticità, sensibilità tattile e capacità di protezione. Per le attività quotidiane, ad esempio per le pulizie domestiche, si possono utilizzare guanti in vinile (PVC) o in polietilene, che offrono una minore sensibilità tattile ma proteggono efficacemente e sono generalmente inerti sulla pelle.

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