Si definisce ''diarrea del viaggiatore'' una forma di diarrea che può insorgere durante o subito dopo un viaggio in un paese con condizioni igienico-sanitarie insufficienti. Si tratta di una condizione non grave a carattere transitorio, che tuttavia può pregiudicare l'esito di una vacanza o di un viaggio di lavoro. E' caratterizzata da tre o più evacuazioni al giorno di feci non formate, spesso accompagnate da altri disturbi come dolore e crampi addominali, nausea e, occasionalmente, febbre; i sintomi compaiono in genere nel corso della prima settimana (ma possono manifestarsi in qualsiasi momento anche dopo il ritorno) e si protraggono in genere per circa 4 giorni. Il 10% delle persone con questi sintomi presenta anche perdita di sangue con le feci (diarrea ematica o dissenteria). Nella maggior parte dei casi la diarrea è provocata dall'ingestione di bevande e alimenti contaminati da batteri; Escherichia coli, Campylobacter, Shighella, Salmonella sono gli agenti più frequentemente implicati nell'insorgenza di questo disturbo; in altri casi gli agenti responsabili sono virus o parassiti. Va rilevato che il clima caldo-umido, il cambiamento delle abitudini alimentari e le carenze igieniche possono giocare un ruolo favorente. Fattori predisponenti sono l?età inferiore a 30 anni, i viaggi avventurosi, l'assunzione di farmaci che diminuiscono l'acidità gastrica (ad es. ranitidina, omeprazolo) e la compromissione del sistema immunitario.

Prevenzione

Chi si reca nella aree ritenute a maggior rischio igienico sanitario, come l'Africa, il Sud America, alcune aree del medio Oriente e la maggior parte dell'Asia, deve porre particolare attenzione nell'evitare alimenti e bevande che potrebbero essere contaminati. E' infatti importante:
  • Lavarsi le mani dopo essere andati in bagno e prima di toccare il cibo
  • Utilizzare solo acqua contenuta in bottiglie sigillate (oppure bollita o potabilizzata) sia per bere sia per lavare i cibi e lavarsi i denti
  • Evitare il ghiaccio nelle bevande
  • Evitare cibi a maggior rischio di contaminazione batterica come frutti di mare, molluschi, carne cruda o poco cotta, verdure crude, frutta fresca che non può essere sbucciata, cibi conservati al caldo, piatti a base di uova crude (maionese, zabaione), latte e latticini non pastorizzati
L'assunzione a scopo profilattico di farmaci antibatterici è riservata solo a particolari casi in cui vi siano problemi di salute tali da rendere pericoloso un episodio di diarrea.
L'assunzione qualche giorno prima della partenza e durante il soggiorno di probiotici o fermenti lattici (es. Enterogermina, Neolactoflorene, Lacto 5, ecc.) ha lo scopo di colonizzare l'intestino con microrganismi innocui in grado di competere con i microrganismi patogeni, stimolando il sistema immunitario; tuttavia non è ancora chiarito se queste sostanze possano diminuire il rischio di contrarre la diarrea.

Trattamento

Nonostante si adottino tutte le precauzioni, può capitare che ci si ammali ugualmente. Nella maggior parte dei casi le persone colpite non richiedono un trattamento farmacologico ma devono semplicemente aumentare l'assunzione di liquidi e reintegrare glucosio e sali minerali che sono stati persi con le feci, mediante l'assunzione di bevande zuccherate come limonate, succhi di frutta o brodo. In alternativa, esistono in commercio specifiche formulazioni reidratanti (ad es. Dicodral, Reidrax, ecc.) in bustine da disciogliere in acqua (non contaminata). Questo provvedimento è particolarmente importante soprattutto nei bambini e nelle persone anziane.
Per quanto riguarda l'alimentazione, è meglio attenersi ad una dieta semplice e leggera a base di cibi ricchi di amido come riso, pane e patate.
Per un sollievo dai sintomi è possibile ricorrere alla loperamide (es. Imodium, Dissenten) un farmaco in grado di ridurre la frequenza delle scariche. Questo farmaco non deve essere tuttavia assunto dai bambini al di sotto dei 4 anni, mentre nei bambini più grandi deve essere prescritto dal medico ed è controindicato nelle forme di diarrea con perdita di sangue.
Nella maggior parte dei casi non è necessario un trattamento con antibiotici; Per chi si reca in paesi ad alto rischio igienico-sanitario (es. Africa, Asia, Sud America, Medio Oriente), dove i servizi igienici non sono facilmente raggiungibili, portare con sè un antibiotico ad ampio spettro può rappresentare una precauzione ragionevole.

Quando rivolgersi al medico

  • In caso di dissenteria
  • Se compaiono febbre e confusione mentale.
  • Se, nonostante il trattamento antibiotico, le condizioni non migliorano nell'arco delle 24 ore oppure peggiorano.
  • Se al ritorno dal viaggio la diarrea persiste per più giorni.

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