Come accade per l'alcool, anche molti farmaci, soprattutto quelli che agiscono a livello del Sistema Nervoso Centrale, possono interferire negativamente con le funzioni che sovrintendono alla guida, una delle più comuni, ma più complesse, serie di attività psicomotorie compiute dall'uomo. Considerando che milioni di automobilisti percorrono ogni giorno strade e autostrade, e che presumibilmente (date le statistiche di impiego) fra di essi sono molti quelli che assumono farmaci, ci si rende subito conto delle dimensioni del problema e di quanto sia importante la consapevolezza del rischio che si corre per adottare i comportamenti più idonei a prevenirlo.
 
Il problema delle interferenze dei farmaci con la capacità di guida è, tuttavia, piuttosto complesso.
Le sostanze che potenzialmente possono compromettere la guida (diminuendo il livello di concentrazione, provocando sonnolenza e vertigini), sono numerose ma in molti casi è difficile stabilire con precisione la portata dell'interferenza e sono possibili solo fondate supposizioni.
Allo stato attuale, infatti, le informazioni vengono desunte da tre tipi di rilevazioni, ognuna delle quali presenta limiti difficilmente superabili.
  • Le ricerche ''su strada'', che si propongono di valutare il comportamento alla guida, in condizioni di traffico normale, di soggetti sotto l'effetto dei farmaci, pongono limiti di natura etica di non poco conto: si tratta infatti di ''sperimentare'' se un paziente che assume un farmaco sospettato di interferire negativamente con la guida provoca più incidenti di una persona che non ne fa uso. Sono ricerche costose (basti pensare ai costi necessari per la copertura assicurativa) e complicate da normative nazionali diverse da Paese a Paese (in alcuni sono vietate).
  • La ricerca ''post mortem'' consiste nell'accertare la presenza del farmaco nel sangue di una vittima di incidente; richiede la disponibilità di laboratori attrezzati a ricerche analitiche molto sofisticate. E' impossibile però affidare a una certificazione del genere un valore assoluto. Riscontrare tracce di farmaco non consente di attribuirgli inequivocabilmente la responsabilità diretta dell?incidente.
  • Le prove di laboratorio, ossia test opportunamente predisposti, forniscono forse i dati più precisi. Gruppi di volontari vengono sottoposti a prove di regolarità (mantenimento di una velocità costante e di una corretta posizione laterale sulla strada), di destrezza (percorsi a serpentina tra birilli in linea retta, passaggi tra strettoie di larghezza variabile), di lucidità e prontezza di riflessi (tempi di reazione a ostacoli), capacità di concentrazione e altro ancora. Si registrano i tempi impiegati e gli errori commessi e ogni singolo punteggio concorre a fornire il grado di integrità psicofisica. I risultati tuttavia non sempre sono trasferibili a condizioni di traffico reale, dove una buona abilità nella guida e la pratica potrebbero annullare eventuali effetti negativi. I farmaci potenzialmente più pericolosi sono quelli che agiscono sul sistema nervoso centrale producendo sedazione, ma anche altri trattamenti, con modalità diverse, possono compromettere la capacità di guida.

Ansiolitici. I cosiddetti tranquillanti (come Tavor, Lexotan, Valium, En, Control, Prazene, Ansiolin, Xanax, Lorans, per citare alcuni fra i più conosciuti) sono abitualmente impiegati per controllare gli stati di ansia e di tensione emotiva. A dosi più alte combattono l'insonnia. Non stupisce perciò che inducano sedazione e sonnolenza. Sono farmaci diffusamente impiegati ma i possibili rischi per chi si mette al volante sono spesso sottostimati. Gli studi al riguardo dimostrano che chi assume ansiolitici corre un rischio di incidenti stradali 5 volte superiore a chi non li assume. Spesso si crede che soltanto un'assunzione prolungata nel tempo dia effetti apprezzabili sui riflessi. In realtà, anche una sola dose può pregiudicare in modo sensibile la capacità di guida per alcune ore e l'effetto è potenziato dall'alcol e risulta più marcato e duraturo negli anziani. Questi farmaci sono impiegati anche come premedicazione per accertamenti diagnostici ambulatoriali (per esempio, gastroscopia): in questi casi è consigliabile che il paziente non guidi per qualche ora dopo l'iniezione o venga accompagnato da un familiare.
Non è da sottovalutare, infine, la presenza di ansiolitici in specialità (come Librax, Lexil, Spasmomen Somatico) destinate al trattamento di disturbi gastrointestinali di origine ''nervosa'' (le cosiddette ''somatizzazioni''). Il dosaggio utilizzato è analogo a quello delle specialità a uso ipnotico-sedativo e richiede la stessa cautela.
 
Antidepressivi e antipsicotici. I farmaci impiegati nel trattamento della depressione (come Laroxyl, Anafranil, Trittico) e delle malattie di tipo psichiatrico (come Nozinan, Largactil) manifestano effetti sedativi, particolarmente pronunciati alle prime somministrazioni. Soprattutto nelle forme più gravi è la malattia stessa però a precludere la guida è il medico può esplicitamente vietarla al paziente.
 
Anticonvulsivanti. Le specialità impiegate nel trattamento dell'epilessia (quali Tegretol, Depakin, Dintoina, Gardenale) possono compromettere la capacità del guidatore, ma questo rischio non è paragonabile alle conseguenze di una crisi convulsiva durante la guida. La legislazione italiana consente di condurre veicoli privati ai pazienti epilettici in trattamento con farmaci, purché non abbiano avuto crisi convulsive da almeno due anni. Non consente invece, in nessun caso, la guida di mezzi pubblici.
 
Antistaminici. La sonnolenza associata agli antistaminici tradizionali (come Polaramin e Trimeton) è un effetto ben noto. Le sperimentazioni effettuate hanno confermato che questi farmaci diminuiscono la vigilanza e compromettono l'integrità psicomotoria e possono aumentare i rischi di incidente pur con variazioni importanti a seconda degli individui, del dosaggio e delle caratteristiche dei singoli principi attivi. Si tratta di farmaci tuttora molto utilizzati sia come antiallergici (raffreddore da fieno, orticaria, pruriti generalizzati) sia in associazione con altri prodotti nelle preparazioni decongestionanti nasali (come Temporinolo, Actifed), antitussive (come Difmetus, Vicks Medinait) o analgesiche (tipo Neocoricidin).
Gli antistaminici più recenti (come Allerzil, Fristamin, Zirtec), detti di seconda generazione, per le loro caratteristiche chimiche penetrano scarsamente nel sistema nervoso e non sembrano, ai dosaggi terapeutici, interferire in modo significativo nell'attività psicomotoria anche se l'evenienza che possano causare sonnolenza non va esclusa completamente. La scelta di questi principi attivi sembra quindi più opportuna soprattutto per chi sta al volante per lavoro.
 
Anticinetosici. Difficilmente chi guida soffre di mal d'auto. Ma se si ha bisogno di un rimedio contro il mal di mare o d'aereo, sapendo di dover poi guidare, è meglio evitare i prodotti a base di dimenidrinato (tipo Travelgum, Xamamina o Valontan). Se non vi sono controindicazioni (es. glaucoma o ipertrofia prostatica), può essere preferibile il ricorso alla scopolamina in cerotti (Transcop), per la quale l'incidenza di effetti indesiderati sulla guida (sonnolenza e visione confusa) è inferiore.
 
Antinfiammatori non steroidei. Meno conosciuti sono i possibili effetti sul sistema nervoso degli antireumatici. Segnalati con maggiore frequenza a carico dell'indometacina (Indoxen), sono tuttavia relativamente comuni anche con farmaci di più largo impiego come il piroxicam (es. Feldene), il naproxene (es. Naprosyn), l'ibuprofene (es. Brufen), il diclofenac (es. Voltaren). La comparsa di vertigini, sonnolenza, confusione mentale, giramenti di testa, difficoltà di concentrazione può risultare molto pericolosa per chi si trova al volante, soprattutto per le persone anziane, in cui questi effetti sono più frequenti. Poiché i disturbi variano da farmaco a farmaco e da individuo a individuo e sono spesso transitori, è opportuno fare attenzione all?inizio della terapia e quando si aumenta il dosaggio.
 
Antiipertensivi. La possibile caduta della pressione arteriosa, con conseguenti vertigini e senso di svenimento, e in qualche caso la sonnolenza impongono un'attenta vigilanza soprattutto all'inizio del trattamento anche per i farmaci che riducono la pressione alta. In generale, si può ritenere la guida relativamente sicura solo quando si ha la certezza che la terapia è ben tollerata.
 
Insulina e ipoglicemizzanti orali. I diabetici in terapia con questi prodotti sono soggetti al pericolo di crisi ipoglicemiche, che possono alterare la lucidità mentale e di conseguenza la capacità di guida. Evenienze del genere sono più frequenti di quanto si possa immaginare. Ritardare un pasto o compiere sforzi eccessivi e inconsueti (come guidare a lungo) può scatenare una crisi anche in pazienti con diabete ben stabilizzato. Precauzione d'obbligo per tutti i diabetici in viaggio è avere sempre a portata di mano caramelle, biscotti, grissini, fette biscottate o qualsiasi altra fonte di zuccheri da ingerire rapidamente ai primi sintomi. Questo accorgimento è ancor più importante per chi è alla guida e potrebbe trovarsi bloccato in un ingorgo del traffico.
 
Da ricordare
  • Il periodo più critico di una terapia è la fase iniziale, quando non è ancora chiaro come reagirà il nostro organismo ai farmaci, se compariranno effetti indesiderati e di che intensità saranno. Nei primi giorni di trattamento sarebbe bene evitare di mettersi al volante. Se non è possibile, usare molta prudenza, cercando di evitare viaggi prolungati senza soste o in condizioni di traffico difficili.
  • Quando si prendono farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale bisogna sempre ricordare che possono interferire con la guida. Gli effetti negativi sulle prestazioni che richiedono particolare attenzione tendono ad aumentare in frequenza e gravità particolarmente nei pazienti più anziani. Pertanto le normali cautele vanno moltiplicate.
  • Se si assumono farmaci (sia regolarmente prescritti che acquistati senza ricetta), è sempre opportuno chiedere al medico o al farmacista se possono compromettere la vigilanza e la guida. In caso affermativo, bisogna moderare più che mai la velocità e rispettare la distanza di sicurezza dai veicoli che ci precedono.
  • Se viene raccomandata prudenza nella guida, occorre essere altrettanto prudenti nell'eseguire lavori pericolosi (su impalcature e tralicci, per esempio) o utilizzare macchinari che richiedono particolare attenzione (come presse o fresatrici).
  • L'alcol può potenziare, aggravandoli, gli effetti negativi di tutti i farmaci. Attenzione quindi alle associazioni pericolose, soprattutto di alcol e tranquillanti e antistaminici, perché dalla somma dei rispettivi effetti potrebbero derivarne pericolose conseguenze.