La valeriana è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Valerianacee, diffusa nelle zone a clima temperato del Nord America, dell'Ovest asiatico e dell'Europa. Le sue proprietà terapeutiche erano conosciute addirittura presso gli antichi Egizi, i Greci e i Romani, ma la maggiore diffusione di questo rimedio vegetale avvenne nel Medioevo.
La valeriana era infatti considerata come una sorta di ''panacea'', in grado di risolvere un gran numero di disturbi, in particolare quelli nervosi e di tipo convulsivo. Si conoscono circa 200 specie di valeriana, anche se quella più coltivata ed utilizzata è la Valeriana Officinalis, caratterizzata da un'infiorescenza ad ombrello costituita da fiorellini bianchi o rosa. Caratteristico della pianta è senza dubbio l'odore assai penetrante e sgradevole che sprigiona anche al semplice tatto.
In fitoterapia, della valeriana si utilizzano il rizoma e le radici, estremamente ricchi di principi attivi. Fra questi i principali sono:
  • Sesquiterpeni dell'olio essenziale (acidi valerenici, valerianone, esteri del borneolo)
  • Valepotriati
Alla valeriana si attribuiscono proprietà sedative del sistema nervoso centrale, ipnoinducenti e spasmolitiche. Questa attività risulterebbe imputabile al potenziamento di particolari meccanismi di trasmissione nervosa; in particolare sarebbe in grado di aumentare la disponibilità di un neurotrasmettitore, l'acido gamma-amino-butirrico (GABA), con effetto deprimente sul sistema nervoso centrale. In realtà alcuni studi hanno indicato che i meccanismi alla base dell'attività sedativa della valeriana potrebbero essere molto più complessi e coinvolgere altri sistemi neuronali. Nell'uso tradizionale viene infatti utilizzata nelle forme lievi di insonnia, negli stati ansiosi e negli stati spastici della muscolatura liscia intestinale.
Fra i vari prodotti disponibili in commercio (capsule, compresse, confetti o tintura madre), viene in genere preferito l'estratto secco, che rende meno percepibili l'odore e il sapore. Si consiglia di assumere il prodotto, preferibilmente a stomaco vuoto, mezz?ora o un?ora prima di coricarsi, oppure durante la giornata, all'occorrenza.
L'impiego della valeriana è abbastanza sicuro: sono state segnalate cefalea e agitazione, e, raramente, disturbi cardiaci ed epatici che la controindicano in caso di cardiopatie e di epatopatie. E' inoltre sconsigliato l'uso durante la gravidanza, a causa del possibile effetto sulla contrazione uterina, e durante l?allattamento. Le preparazioni a base di valeriana non sembrano influenzare la visione e la prontezza di riflessi durante la guida di veicoli e l'utilizzo di macchinari; il ricorso a dosaggi elevati potrebbe però portare ad una sedazione eccessiva e richiede molta attenzione. Inoltre, non è ancora stato chiarito se gli effetti sedativi della valeriana si possano sommare a quelli di altri farmaci sedativi del sistema nervoso centrale o a quelli causati dall'alcool. In mancanza di informazioni adeguate è quindi consigliabile evitare queste associazioni.