I protettivi solari si possono classificare in due grandi famiglie: i cosiddetti assorbenti (filtri chimici), più diffusi, contengono sostanze chimiche che funzionano come "filtri" dei raggi solari. Impediscono la penetrazione nella pelle delle radiazioni solari, catturandole e trasformandole per renderle innocue. Il filtro è selettivo per certe lunghezze d'onda: la maggior parte dei protettivi solari assorbenti protegge infatti solo nei confronti degli UVB. Alcuni prodotti associano più filtri per ampliare la gamma delle radiazioni assorbite ed estendono la protezione anche agli UVA. Per poter garantire la copertura dell'intero spettro solare un prodotto a base di filtri chimici dovrebbe contenerne almeno 3 o 4 di diverso tipo ed in elevate concentrazioni. I protettivi che riflettono e disperdono le radiazioni sono i cosiddetti ''schermi'' solari (filtri fisici): nella loro composizione sono presenti sostanze minerali (es. ossido di zinco, biossido di titanio, mica) che non lasciano passare i raggi ultravioletti ma li riflettono. Riflettono però anche la luce visibile e lasciano sulla pelle un sottile strato bianco esteticamente poco gradevole. Date le loro caratteristiche sono indicati soprattutto in caso di ipersensibilità o intolleranza ai raggi solari (pelle chiara, spiccata tendenza agli eritemi e a forme neoplastiche), o per parti del corpo molto sensibili come il naso e le labbra. I filtri sono opportunamente dispersi in un veicolo che ne assicura una distribuzione omogenea e una buona adesione alla pelle. La formulazione è poi completata con altri principi attivi che hanno la funzione di reidratare la pelle (aloe, burro di karitè, allantoina, acido ialuronico, pantenolo, ecc.) e lenire gli effetti nocivi del sole (camomilla o alfa-bisabololo, calendula, malva, acido glicirretico, ecc.).

Il fattore di protezione

L'elemento fondamentale che deve orientare nella scelta di un solare è il suo fattore di protezione cioè la sua capacità protettiva. Questo fattore è espresso da un numero che indica quante volte è possibile moltiplicare il tempo di permanenza al sole prima che la pelle si scotti. Ad esempio, un prodotto che ha un fattore di protezione 4 permette di stare al sole un tempo 4 volte più lungo di quello normalmente previsto per non scottarsi (tempo di eritema), esponendosi senza protezione nelle stesse condizioni. E' importante sapere che il fattore di protezione fornisce un'indicazione sull'azione filtrante del prodotto nei confronti delle radiazioni UVB, ma non nei confronti delle radiazioni UVA, per le quali non esiste ancora una metodica standardizzata.
 
Esistono diverse metodiche e varie scale che definiscono il fattore di protezione: le più seguite sono quella Americana (FDA) e quella europea (DIN). Le metodiche danno origine a scale di valori alquanto differenti; una comparazione indicativa delle scale può essere così schematizzata:
Fattore di protezione:
 

USA FDA (4?26)

Europa DIN (2?13)

4-5
2-3
6-8
3-4
8-10
4-6
10-12
6-7
12-15
8-9
16-18
9-10
19-26
10-13
 
Nella scelta del FP sarà quindi importante conoscere, nell'ambito della stessa linea di prodotti, a che fattore di protezione corrisponde lo schermo totale, e in base a questo regolarsi sul tipo di prodotto da scegliere: se ad esempio voglio una protezione media e ho a disposizione una gamma dove la protezione massima è 25, allora opterò per un fattore di protezione 10-12; viceversa se il fattore massimo è 12, allora sceglierò un solare con FP 6.

Come si fa a calcolare il proprio tempo di eritema?

Un'indicazione molto generica può essere quella di calcolare un'esposizione di 5 minuti per il primo giorno per il fototipo 1, aumentando 5 minuti per ogni fototipo (10 minuti per il 2, 15 per il 3, e così di seguito) e di 5 minuti ogni giorno successivo. Così, ad esempio, se la nostra pelle è del fototipo 3, il primo giorno potremo rimanere al sole senza protezione per soli 15 minuti. Utilizzando un protettivo solare con fattore 6 potremo allungare questo periodo ad 1 ora e mezza. Trascorso questo tempo a nulla servirà spalmarsi nuovamente il solare, pensando di poter prolungare l'esposizione: per quel giorno si è già ''usufruito'' del quantitativo di sole concesso e se si desidera esporsi per più tempo, si dovrà optare in partenza per un prodotto con un fattore di protezione più elevato. Ciò non significa tuttavia che debba essere disatteso il consiglio di rinnovare spesso l'applicazione del protettivo. Questo suggerimento è valido in quanto la sudorazione, lo sfregamento con i teli da bagno, i bagni e le docce frequenti, o una disomogenea applicazione riducono l'efficacia protettiva del prodotto.

Qual'è la quantità ottimale di protettivo solare da spalmare?

Il fattore di protezione fornisce solo una indicazione approssimativa della reale efficacia protettiva del solare: molto dipenderà dalle condizioni d'uso, a partire dalla quantità impiegata. Quando questi prodotti vengono applicati con parsimonia la protezione può risultare persino metà di quella dichiarata, per questo la raccomandazione è di applicare una quantità media di prodotto pari all'incirca al volume di una noce (1,5 g) per il braccio, l'avambraccio e la mano. Per le altre parti del corpo utilizzare un quantitativo proporzionato alla relativa superficie.

Come scegliere un prodotto solare?

Latte, crema o gel?
Al momento della scelta di un prodotto solare dobbiamo chiederci per quale tipo di pelle e per quale parte del corpo deve svolgere la sua azione: si trovano in commercio latti, creme, gel, oli e la scelta dell?uno o dell'altro prodotto dipende da criteri e gusti personali. I latti contengono una elevata percentuale di acqua, sono facilmente spalmabili ma poco resistenti e vanno rinnovati più spesso degli altri prodotti.
Le creme hanno una adesività maggiore ed essendo più difficili da spalmare generalmente si utilizzano per il viso; sono spesso untuose e per questo non sono indicate per tutti i tipi di pelle.
I gel sono più adatti a chi ha la pelle grassa perché il veicolo in cui è disperso il filtro solare tende a dare una certa secchezza alla pelle.
Gli oli solari che normalmente hanno indici di protezione bassi, conferiscono lucentezza alla pelle che facilita la penetrazione delle radiazioni: non sono consigliabili nel caso di carnagioni chiare.
 
La resistenza all'acqua
I prodotti definiti impermeabili all'acqua (sull'etichetta identificati spesso con la parola ''waterproof'') mantengono la loro efficacia anche dopo 80 minuti di immersione nell'acqua, mentre i prodotti definiti resistenti all'acqua (''water-resistant'') sono ancora efficaci dopo 40 minuti. Hanno tutti una migliore persistenza sulla pelle e sono indicati soprattutto se si suda molto o si fanno bagni frequenti. Purtroppo però non tutti i prodotti che si dichiarano tali lo sono, mentre altri, pur non certificandolo in etichetta, presentano nella pratica una buona resistenza all'acqua. I possibili inconvenienti connessi con l'impiego dei protettivi solari sono rappresentati da irritazioni o reazioni allergiche che sono piuttosto rare data l'elevata tollerabilità della maggior parte dei filtri presenti in commercio.

I protettivi solari sono in grado di ridurre l'incidenza di tumori della pelle?

Si ritiene che i filtri solari ad ampio spettro proteggano nei confronti di tumori cutanei, anche se attualmente non esistono dati certi e definitivi che lo confermino. Tuttavia l'utilizzo di filtri non deve spingere a rimanere al sole più a lungo e non deve esimere da utilizzare altre forme di protezione (soprattutto nelle ore più calde), come ad esempio, indossare indumenti protettivi.