Con la ripresa delle attività in presenza è sempre alto il rischio di insorgenza di nuovi contagi e possibili focolai. A differenza dello scorso anno, però, ora abbiamo a disposizione i vaccini.

A settembre riprende per tutti la routine interrotta durante il periodo estivo, ma per la scuola il ritorno alla normalità in questi ultimi due anni è risultato essere ancora più impegnativo a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.

In questo stesso periodo lo scorso anno si discuteva su distanziamento e introduzione di banchi a rotelle! Gli argomenti caldi dell’anno scolastico 2021-2022 sono, invece, il Green Pass e i vaccini. Riaprire le scuole in sicurezza, evitando la nascita di focolai, è uno degli obiettivi chiave per contenere la pandemia senza gravare ancora sulla salute mentale e sul benessere degli adolescenti, che già troppo a lungo hanno sofferto questa situazione. Per questi motivi, la vaccinazione della popolazione scolastica è sempre stata considerata una priorità fin dai primi tempi di introduzione dei vaccini, tanto che insegnanti e collaboratori scolastici erano stati inseriti tra le prime categorie da vaccinare già all’inizio dell’anno. Per gli studenti, invece, questa possibilità non c’era, visto che nessun vaccino era autorizzato sotto i 16 anni. Negli ultimi mesi però c’è stata una svolta importante: i vaccini a mRNA prodotti da Pfizer e Moderna hanno ottenuto da parte delle agenzie del farmaco americana (FDA) ed europea (EMA) l’autorizzazione alla somministrazione negli adolescenti tra i 12 e i 15 anni di età. Questo consente ora di ampliare ulteriormente la popolazione vaccinabile, permettendo di avvicinarsi ancora di più alla tanto sperata immunità di gregge: una maggiore copertura vaccinale comporterebbe infatti un abbassamento del rischio di contagio sia a scuola che durante gli spostamenti. L’utilizzo del vaccino in questa fascia di età, tuttavia, desta in molte persone dubbi e preoccupazioni.

PERCHÉ VACCINARE GLI ADOLESCENTI?
La Società Italiana di Pediatria (SIP) si è espressa a favore della vaccinazione degli adolescenti per diversi motivi. Innanzitutto, sebbene le manifestazioni da COVID-19 in queste fasce di età siano lievi e i decessi non si verifichino con la stessa frequenza della popolazione adulta, purtroppo non lo si può escludere. I numeri ci ricordano che in Italia sono deceduti 30 ragazzi sotto i 18 anni. È vero che la maggior parte erano soggetti con gravi patologie, ma non si deve dimenticare che 1 bambino su 10 è un soggetto fragile, ed è un numero importante! Se quindi il primo obiettivo della vaccinazione è quello di non far sviluppare la malattia ai bambini e ai ragazzi, i pediatri sottolineano anche le ragioni di salute pubblica, in quanto questa popolazione può fungere da serbatoio per la diffusione del virus nelle famiglie e nelle comunità frequentate. Ampliare l’offerta vaccinale aiuterà notevolmente a ridurre non solo la circolazione del virus ma soprattutto il rischio di generare varianti potenzialmente più contagiose o capaci di ridurre l’efficacia degli stessi vaccini in uso.

COSA DICONO I DATI RACCOLTI FINORA?
Nell’ultimo rapporto di farmacovigilanza di AIFA che raccoglie le segnalazioni degli effetti indesiderati da gennaio a luglio, compresi i dati delle prime somministrazioni del vaccino Pfizer nei ragazzi sotto i 16 anni, emerge che sia il tasso di segnalazione che il profilo degli effetti indesiderati nei ragazzi sono simili a quelli degli adulti. Le reazioni avverse più frequenti sono state: dolore in sede di iniezione (oltre 90%), stanchezza e cefalea (oltre 70%), mialgia e brividi (oltre 40%), artralgia e febbre (oltre 20%), tutte generalmente di intensità lieve o moderata con miglioramento entro pochi giorni dalla vaccinazione. Le segnalazioni di miocarditi insorte dopo la vaccinazione specialmente nei giovani sotto i 30 anni hanno destato molta preoccupazione ma gli esperti rassicurano: i dati ad oggi disponibili suggeriscono che si tratta di effetti molto rari e che si sono risolti in breve tempo, spontaneamente o con semplici cure. I dati continueranno comunque ad essere monitorati per stabilire un eventuale legame con il vaccino, ma attualmente i benefici della vaccinazione continuano a superare i rischi. CHE NOVITÀ CI SONO PER IL RIENTRO A SCUOLA?
Oltre alla vaccinazione, la riapertura delle scuole quest’anno sarà garantita dalla Certificazione verde COVID che attesta l’esecuzione della vaccinazione, l’avvenuta guarigione oppure la negatività ad un tampone molecolare o antigenico nelle 48 ore precedenti. Tutto il personale scolastico dovrà esibirla, mentre per bambini e ragazzi non è obbligatorio, se non per gli studenti universitari che dovranno presentarla per accedere a lezioni, laboratori o esami. A scuola le lezioni saranno in presenza, anche se in situazioni di straordinaria necessità si potrà riprendere la Didattica a Distanza (DAD). Infine, all’interno delle scuole è comunque raccomandato il distanziamento e l’utilizzo della mascherina, oltre, naturalmente, alle precauzioni sull’igiene delle mani. Se è vero che le forme di didattica innovativa sperimentate in questi ultimi anni potrebbero integrare le lezioni in presenza e rendere la scuola più moderna, non bisogna tuttavia sottovalutarne gli “effetti collaterali”. La DAD può causare stress, ansia e disturbi psicologici, anche a causa della mancanza delle relazioni dirette. La scuola è un luogo importante sia per la diffusione dei contenuti, ma anche (e soprattutto) per la crescita e lo sviluppo emozionale e relazionale, per questo motivo è ancora più importante cercare di tornare alla normalità nel più breve tempo possibile.

 

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