L'alcol è ormai indicato da tutte le indagini come uno dei principali imputati in caso di incidente stradale. Eppure si fa poco caso al vino che si beve a tavola: poiché è parte integrante delle nostre tradizioni alimentari lo si considera un alimento come tutti gli altri. In realtà, dal punto di vista nutrizionale fornisce solamente un'elevata quota calorica (1 litro di vino fornisce circa 700 calorie) mentre dal punto di vista farmacologico, pur non essendo un farmaco, possiede la capacità di deprimere l'attività del sistema nervoso, rallentando l'acquisizione delle informazioni e la loro elaborazione.
Gli effetti dell'alcool dipendono dalla sua concentrazione nel sangue (alcolemia). Si ritiene che una concentrazione di alcol nel sangue pari allo 0,5 per mille (50 mg di alcool per decilitro di sangue) rappresenti la soglia di rischio: già a partire da questa concentrazione infatti i riflessi sono meno pronti, la capacità di percepire in tempo adeguato le distanze, i tempi di frenata e gli ostacoli viene alterata e le manovre di guida sono più soggette ad errori. Le risposte che richiedono una perfetta coordinazione psicomotoria diventano così insufficienti e pericolosamente tardive e la capacità di guida ne risulta compromessa.
In Italia, secondo le norme in vigore, è accettabile guidare con una alcolemia fino allo 0,8per mille. Il controllo viene effettuato attraverso la ''prova del palloncino'' attraverso cui si misura la concentrazione dell'alcol nell'aria espirata: l'alcool infatti è una sostanza volatile e, quando il sangue passa nei polmoni per ossigenarsi, viene in parte eliminato attraverso il respiro.
Non è possibile però stabilire con sicurezza quanto si deve bere per raggiungere questo limite. La risposta e la tolleranza all'alcol differiscono in modo così rilevante da una persona all'altra che la stessa quantità può comportare in più soggetti livelli di alcolemia diversi. E questo può dipendere da tanti fattori: il sesso, l'età e la corporatura della persona, la velocità di assorbimento dell'alcol, la presenza di cibo nello stomaco (gli effetti a digiuno sono ovviamente più rilevanti), l'abitudine agli alcolici: chi non è abituato a bere può raggiungere con poco soglie pericolose.
Con molta approssimazione si può dire che, prendendo a riferimento una persona di 60 chili, a digiuno, si raggiunge la concentrazione dello 0,5 per mille nel sangue:
  • con 2 bicchierini standard da bar (circ 75 ml) di whiskey, di grappa, di rum o di certi amari
  • con 2 bicchieri da cucina (400 ml circa) di vino a media gradazione (11°) o di aperitivo
  • con poco più di un boccale ''grande'' di birra (1300 ml).
Una volta assunto, l'alcol viene assorbito e passa nel sangue. Col sangue arriva rapidamente al cervello: la reazione di leggera euforia e il senso di benessere che si avvertono sono la testimonianza tangibile degli effetti della sua influenza sul sistema nervoso. Ma lo sono anche la sonnolenza e il rallentamento dei riflessi, effetti che influiscono negativamente sulla capacità di guida.
 
Un'associazione pericolosa
 
L'associazione alcool-farmaci è imprevedibile e pericolosa. Andrebbe perciò sempre evitata. Questo suggerimento diventa un vero e proprio divieto quando si assumono farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (es. tranquillanti, antidepressivi, antiistaminici) in quanto l'alcool ne potenzia gli effetti sedativi.
 
Le convinzioni da sfatare
  • E' falso che l'assunzione di bevande alcoliche aumenti la resistenza alla fatica e perciò, nel caso specifico la ''resistenza alla guida''. A bere quando si è stanchi si ottiene semmai il risultato inverso: sui riflessi si sommano gli effetti negativi dell'alcol con quelli dovuti all'affaticamento. Quando ci si sente affaticati la soluzione non sta nell'alcol, ma nel riposo.
  • E' falso che un buon ''amaro'' aiuti a digerire dopo un pasto abbondante. Anche in questo caso si commettono due errori: uno, esagerare a tavola e, due, bere alcol prima di mettersi al volante. Perciò: pasti leggeri e, se proprio non si riesce a pasteggiare ad acqua, non più di un bicchiere di vino o di una birra piccola. E anche in questo caso sarebbe meglio non guidare per almeno un'ora, tanto è il tempo che occorre all'organismo per eliminare l'alcol contenuto in un bicchiere di vino.
  • E' falso che chi è abituato a bere non risenta degli effetti dell'alcol: anzi, proprio perché è abituato a farlo, potrebbe essere portato ad eccedere. E' falso che gli uomini reggano l'alcol meglio rispetto alle donne: su entrambi l'alcol ha gli stessi effetti ma la maggiore corporatura degli uomini consente loro di eliminarlo più rapidamente.